"Al momento in cui in Italia arriva una batteria, sicuramente dalla Cina, noi dobbiamo togliergli il passaporto. Quella batteria resta qui, non si muove più: fa la prima vita sull'automobile, la seconda sul building e poi va a riciclo. Gli togliamo litio, cobalto e nickel e diventeranno le nostre miniere", ha spiegato. Dobbiamo attivare subito quindi non solo la Gigafactory di cui si sta parlando (quella annunciata da Italvolt, ndr) ma anche la filiera del riciclo".
Quanto alla mancanza di infrastrutture di ricarica per le auto elettriche lamentato dai costruttori, Mazzoncini ha evidenziato la necessità di potenziare la rete elettrica – "per poter attaccare le colonnine abbiamo bisogno di un importante investimento di potenziamento" – ma ha anche ricordato il passato energetico del nostro Paese: "abbiamo investito più sul metano che sulla rete elettrica, quindi c'è un gap da recuperare". L'ad di A2A si è però detto "confidente che questo grosso ritardo che c'è in tutta Europa" possa essere recuperato: "al 2030 in Ue dovremo avere 3 milioni di punti di ricarica. Nell'ultimo decennio ne abbiamo installate 200mila, nel prossimo decennio quindi ne dovremo installare 2,8 milioni. Dobbiamo decuplicare la velocità di installazione".
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