Renault, come le concorrenti, è sospettata di aver alterato i test sulle emissioni. Lo hanno annunciato gli investigatori transalpini, che stanno indagando sui dispositivi di controllo delle emissioni inquinanti montati sulle sue auto diesel. L'inchiesta che ha portato alla scoperta di irregolarità per Renault era partita nel 2015, in seguito allo scandalo Dieselgate che aveva colpito la Volkswagen, a seguito del quale il ministero francese dell'Ecologia aveva istituito una commissione d'inchiesta per effettuare dei test campione su tutte le vetture commercializzate in Francia. I lavori della commissione, pubblicati a luglio 2016, avevano rilevato molte irregolarità per vari marchi.
Questa mattina i media francesi hanno riportato la notizia che su richiesta della procura di Parigi tre magistrati indagheranno su eventuali dispositivi utilizzati dal produttore francese per controllare le emissioni delle sue vetture alimentate a gasolio. Il sospetto è di avere mentito «sulle caratteristiche sostanziali» e i controlli effettuati avrebbero mostrato che tali interventi «hanno reso i prodotti pericolosi per la salute delle persone e degli animali».
Per il costruttore francese è dunque un ritorno sotto i riflettori visto che esattamente un anno fa, il 14 gennaio 2016, la Renault aveva annunciato di avere subìto una prima ispezione della Dgccrf, la direzione per la repressione delle frodi che dipende dal ministero dell'Economia francese, per accertare l'eventuale manomissione dei dati sulle emissioni.
La casa francese oggi ha assicurato il "rispetto delle norme francesi ed europee" sull'omologazione e ha escluso che le sue auto siano equipaggiate con dispositivi truccati.
Il titolo Renault viene penalizzato da queste notizie e cede oggi a Parigi il 2,7%, risultando il peggiore del paniere del Cac-40.
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