LE STIME
Il governo Renzi lo ha portato dall’8% al 6%. Per abolirlo, si ricorda ancora nelle slides, occorrerebbero 600 milioni di euro ed altri 300 milioni per coprire le spese di riscossione (notificazioni, procedure esecutive). Comunque sia, sottolinea Nannicini, «il superamento di Equitalia pone le basi per arrivare eventualmente anche alla soppressione definitiva dell’aggio, ponendo le spese della funzione di riscossione a carico del bilancio dell’Agenzia». In realtà la misura potrebbe trovare un finanziamento già per il prossimo anno. Nel passaggio nelle Commissioni finanze e bilancio della Camera dei Deputati, la rottamazione delle cartelle esattoriali prevista dal decreto fiscale del governo si è allargata. Nella prima versione del provvedimento, quella uscita dal consiglio dei ministri, era previsto che a poter essere “sanate” erano soltanto le cartelle emesse tra il 2010 e la fine del 2015. A Montecitorio la rottamazione è stata allungata di un anno, fino a tutto il 2016. Questa decisione ha avuto un’altra conseguenza: sono aumentate le risorse. Il gettito dell’operazione sarà più elevato di 1,4 miliardi, dei quali 300 milioni il prossimo anno e 1,1 miliardi per il 2018. E 300 milioni è anche la cifra necessaria ad eliminare l’aggio a partire dal prossimo luglio (la misura ha un costo come detto di 600 milioni, ma se applicata su metà anno si dimezza). L’intenzione del governo, secondo fonti della maggioranza, sarebbe proprio questa, utilizzare il gettito aggiuntivo per dare maggiore concretezza alla riforma di Equitalia.
LE ALTRE MODIFICHE
Sempre nel testo approvato alla Camera (e ora all’esame di Palazzo Madama) la rottamazione delle cartelle esattoriali è stata modificata anche nei tempi di attuazione. Il numero massimo di rate è stato portato da quattro a cinque. Il 70 per cento delle somme dovute dovrà essere pagato entro il 2017, mentre per il restante 30 per cento ci sarà tempo fino al settembre del 2018.
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