In queste pagine si legge di come e quanto il magistero di papa Francesco imponga di rompere le gabbie della consuetudine e della ripetizione, se davvero si vuol dare nuova linfa ed energia allo sforzo di autenticità nella ricerca del bene comune o dell'interesse collettivo. Il messaggio è netto: bisogna operare nel rispetto del pluralismo, evitando di farne però un feticcio a copertura di tante espressioni di pigrizia e negligenza dentro i cento corporativismi della ecclesialità diffusa. Non manca però una nota di prudenza rispetto al fervore scomposto di tante iniziative miranti alla rifondazione di un soggetto politico di matrice cristiana.
Grande spazio D’Ubaldo dà nella sua ricostruzione storica alla figura di Aldo Moro, di cui tratteggia la delicata opera di ispirazione di un centro-sinistra che superasse i limiti di quel moderatismo reazionario che nell’area cristiana sembrava esser diventato una sorta di zavorra non all’altezza dei tempi. Altrove D’Ubaldo, prima di questo libro che fa da composizione definitiva del suo pensiero, aveva scritto: “Del resto la grande politica, quella che Moro ha maneggiato con arte inimitabile, passa sempre attraverso un’attenta valutazione dei fattori che concorrono alla possibile riuscita di un’iniziativa. La lezione merita di essere ripresa, specie in questa fase di accelerata ricerca delle condizioni per la nascita di un nuovo centrosinistra, perché aiuta a cogliere il valore e il vincolo della complessità nell’agire politico”.
Lucio D’Ubaldo, “Riformismo democratico e cristiano. L’idea del centro a sinistra” (Edizioni Il Domani d’Italia, pagg. 298, euro 15)
© RIPRODUZIONE RISERVATA