Donne che fanno testo, ecco le vincitrici
tre sul podio della scrittura femminile

Donne che fanno testo, ecco le vincitrici tre sul podio della scrittura femminile
di Germana Consalvi
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Venerdì 20 Dicembre 2013, 19:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 20:58


Eccole, le donne che fanno testo. Le scrittrici debuttanti che hanno vinto il concorso letterario del Messaggero realizzato in collaborazione con l’Eni sono tre: Francesca Romana Cicetti, autrice de “La linea azzurra”, Rossana Cilli, autrice de “Le dita dell’alba”, e Francesca De Marco Carìdi, autrice de “Beauty Spa”.



Primo classificato “La linea azzurra”, storia avvincente di una donna che si misura con un lavoro tradizionalmente maschile, mostrando talento, determinazione e coraggio, fino alle estreme conseguenze. Secondo “Le dita dell’alba”, narrazione struggente di una figura femminile d’altri tempi: la dignità e la forza interiore e la dolcezza in una capacità di sacrificio dal finale a sorpresa. Terzo, “Beauty Spa”: dal mondo delle lavoratrici che lasciano per necessità i loro Paesi e i loro affetti, una protagonista capace di contaminare con la sua cultura e la sua dolcezza un mondo che non le appartiene.



Tre sono sul podio, ma la dedica è per tutte le autrici che hanno partecipato, mettendosi in gioco, alla seconda edizione del concorso letterario del Messaggero “Donne che fanno testo”. Fuor di retorica, la scelta non è stata facile, per la vastità e per la ricchezza delle storie, delle emozioni e degli stili narrativi proposti dalle aspiranti autrici. Compito complesso, selezionare, per la giuria (presieduta da Marida Lombardo Pijola e composta dai giornalisti Mario Ajello, Riccardo De Palo, Franca Giansoldati, Angela Padrone, Lucia Pozzi e da chi scrive questo articolo). Perché la full immersion nella lettura ha offerto un panorama incredibilmente polifonico: una finestra aperta sul mondo.



Emozioni in punta di penna, di verità anche difficili e spiazzanti, come la solitudine e la precarietà, di amarcord cantati sulle note di memorie dirette o indirette. Tanto di quello che le donne non dicono, parafrasando il titolo di una delle più belle canzoni di Fiorella Mannoia, lo troverete esplorando la biblioteca racconti sul sito www.donnechefannotesto.it. L’amore romantico, passioni che sembravano colossi ma erano giganti coi piedi d’argilla, che sfociano in sopraffazione e patimenti. C’è la violenza di genere, il conto feroce, antico e modernissimo, che tante donne pagano alla loro necessità d’amore. Sul filo dei ricordi e dei capelli sale e pepe, si intrecciano generazioni, esperienze e umanità: sembrano passati secoli, invece era solo ieri la vita spartana e piena di dignità di tua mamma o della tua nonna. C’è l’impegno forte per il proprio lavoro, robustamente presente anche l’attuale, necessario senso di ridimensionamento-adattamento a questi camaleontici e spietati tempi per poter andare avanti.



C’è, ricorrente, narrato tra dolore, fatica e ironia, uno dei grandi temi legati all’attualità della condizione femminile: l’impresa acrobatica di conciliare i tempi della maternità con quelli del lavoro. La donna multitasking, che si muove sul filo dei suoi impegni apparentemente inconciliabili, nel tentativo disperato di non rinunciare a nessuna parte di se stessa, senza aiuti pratici, sostegni sociali o familiari con il contagocce, spesso senza nemmeno comprensione dal suo compagno. E poi affetti disinteressati che svelano cupidigie parentali.



Trame che catturano e fanno pensare, più efficaci di un trattato di sociologia. Questi racconti, nella loro complessità, tracciano un intenso ritratto dell’identità femminile, dipinta nelle sue fibre arlecchine. Tinte forti e storie delicate, tutte sfumature (a proposito, il best seller della scrittrice E.L. James “Cinquanta sfumature di grigio” diventerà un film) della natura pioniera e operosa delle donne. Che fanno testo perché non mollano mai, neanche nella disillusione e nella disperazione, nella malattia e nella solitudine. E lo raccontano con infinito amore per la parola scritta.
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