Pace morto all'alba, c'è un'inchiesta

Pace morto all'alba, c'è un'inchiesta
di Alessandra Di Filippo
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Mercoledì 29 Marzo 2017, 11:17
PESCARA - Non ce l'ha fatta l'ex sindaco Carlo Pace. Ieri mattina, la notizia che nessuno si aspettava. All'alba il suo cuore ha smesso di battere nel reparto di Rianimazione in cui era stato trasferito, lunedì sera, dopo un aggravamento delle sue condizioni in seguito all'investimento di cui era rimasto vittima nel pomeriggio. Stava attraversando la strada, in via Silvio Pellico, quando improvvisamente è stato travolto da una Peugeot 107, guidata da un 65enne pescarese. Immediatamente soccorso dallo stesso conducente del mezzo, era stato trasportato in codice rosso al Santo Spirito. Politrauma, stando al referto. Una situazione sicuramente seria, ma non tale da far pensare che di lì a poco sarebbe morto. Dopo i vari accertamenti, era stato quindi ricoverato con una prognosi di 40 giorni nel reparto di Ortopedia. Alle 21.30, il peggioramento, il trasferimento in Rianimazione e alle 6.30 il decesso. Il corpo dell'ex sindaco, che aveva 81 anni, è stato subito posto a disposizione dell'autorità giudiziaria.
PROCURA AL LAVORO
Sull'intera vicenda infatti, la procura vuole vederci chiaro, capire con esattezza le cause che hanno portato al decesso poche ore dopo l'investimento. Ed è per questo che ha aperto un'inchiesta, la quale si compone di due filoni. Il primo riguarda l'incidente, per il quale è stato indagato il conducente della Peugeot. L'ipotesi di reato a suo carico è di omicidio colposo. Il secondo filone mira, invece, a fare chiarezza su quanto accaduto nelle ore immediatamente successive, in cui si è verificato un peggioramento del quadro clinico sino alla morte. Per quanto concerne questo aspetto, è stata richiesta alla direzione sanitaria del Santo Spirito la cartella clinica. Questa mattina, sulla base della relazione della polizia municipale, che si è occupata dei rilievi dell'incidente, e della cartella clinica, il pm Anna Benigni, titolare del fascicolo, deciderà se disporre o meno l'autopsia. La morte improvvisa di Pace ha lasciato senza parole l'intera città, che si è stretta intorno alla famiglia, alla moglie Rossana, ai due figli Bruno e Laura, ai nipotini che tanto amava. Parole di affetto da parte di tutti indistintamente. Anche in ambito politico, dove è stato ricordato come un esempio di onestà. Non può ancora credere a quanto accaduto Carlo Masci, che nelle due giunte Pace era stato assessore e che l'ex sindaco considerava un figlioccio. Doveva essere lui a proseguire il suo percorso amministrativo e politico.
«UOMO ONESTO E CONCRETO»
«Carlo - sottolinea commosso - era onesto, concreto, sempre legato alla città, aperto all'innovazione. Appena ho saputo dell'incidente, l'ho chiamato al telefonino. Mi ha risposto la nuora, dicendo che era parecchio dolorante, ma comunque la situazione era sotto controllo. Poi la tragica notizia. Ho chiamato il genero e sono veramente distrutti. Io l'avevo incontrato proprio lunedì, intorno alle 13.30. Passeggiava con un amico lungo la riviera, ci siamo salutati. Stava bene. Era molto attivo, non dimostrava affatto l'età che aveva. Era una grande persona, amava Pescara, che con la sua guida è rinata». Lo considera un padre anche Berardino Fiorilli. «Con lui - sottolinea - ho iniziato a fare politica quando mi ha nominato nella sua giunta ancora giovanissimo. Un vero uomo della società civile, una persona perbene che ha dimostrato che l'onestà è un valore che in politica si può vantare pienamente solo dopo aver amministrato». «Un galantuomo oltre che un grande sindaco», per Guerino Testa, che Pace aveva appoggiato alle ultime elezioni.

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