Movida, il dejay Rokko racconta il pestaggio: «Io, solo in un branco di lupi»

Movida, il dejay Rokko racconta il pestaggio: «Io, solo in un branco di lupi»
di Walter Berghella
2 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Aprile 2024, 07:22

Il fiato sul collo dei carabinieri di Lanciano sul branco che la sera di Pasquetta, sul lungomare di Fossacesia, ha accerchiato e aggredito Matteo Rocco Cocchino, 19 anni, di Casalbordino. Gli investigatori non possono contare sull’inesistente videosorveglianza sul lungomare ma stanno setacciando, frammento su frammento, gli innumerevoli filmati postati sui social da diverse persone presenti all’agghiacciante e gratuito episodio di violenza.

Da molti video è possibile estrapolare le facce dei balordi che hanno guastato una giornata di festa. Matteo, conosciuto anche come dj Rokko, è stato pestato su corpo, testa e viso, riportando 7 giorni di prognosi per trauma cranico commotivo e contusione al volto. Emblematico il suo labbro gonfio dalla tumefazione subita. Tornato a casa dall’ospedale di Lanciano, dove è stato curato, il giovane sta ricevendo innumerevoli attestati di solidarietà e vicinanza, ma, soprattutto, deve superare lo choc subito dalla selvaggia e vigliacca aggressione da parte di decine di persone, specie tifosi del Francavilla che erano entrati in contatto con gli avversari del Lanciano.

«Che il rimorso vi faccia capire il danno che avete causato - dice Matteo -. Che possiate capire cosa significa trovarsi da soli tra un branco di lupi, capaci di azzannare solo da dietro senza nemmeno guardarti in faccia.

Alla fine chi credete che abbia vinto. Non ho mai ricevuto tanta vicinanza dalle persone. Potete spaccarmi la macchina, la faccia ma lo sfregio più grande lo avrete voi. Non auguro a coloro che mi hanno sfregiato quello che ho dovuto passare. Mi auguro solo che la giustizia faccia il suo corso e che i colpevoli vengano a galla».

© RIPRODUZIONE RISERVATA