Coronavirus, Pasqua senza dolci tipici
Camplone: troppo astio, rinuncio ad aprire

Fabrizio Camplone con la moglie. Coronavirus, Pasqua senza dolci tipici Camplone: troppo astio, ho rinunciato ad aprire
di Alessandro Ricci
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Lunedì 6 Aprile 2020, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 12:32

Pasqua amara per il lockdown da Coronavirus. E se stando in cucina si tenta di rimediare con volontà e determinazione, dandosi a creazioni casalinghe, il comparto di riferimento lancia l’allarme. Mancato introito, dipendenti - va da sé, anche senza bisogno degli appelli - anche loro a casa e deperimento di parte delle materia prime acquistate in previsione della produzione.
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E i numeri implacabili: un danno economico di 14 milioni di euro per le 587 imprese di pasticceria e gelateria abruzzese, con il coinvolgimento di 1.878 addetti. Un settore caratterizzato da un'elevata vocazione artigianale, con oltre 360 imprese artigiane che si stima rappresentino il 62,6 per cento del comparto. Il calcolo arriva da Confartigianato Chieti-L’Aquila: «La chiusura delle pasticcerie durante le feste pasquali, dovuta al Dpcm dell'11 marzo per l'emergenza coronavirus, determina anche in Abruzzo un pesante danno economico e pesa sulla competitività del sistema delle micro e piccole che realizzano un prodotto di pasticceria artigianale di elevata qualità». La stima è dunque di 12 milioni di euro per la perdita di fatturato nel mese di aprile e ulteriori due milioni buttati via per le merci che si rovinano. All’allarme si aggiunge l’appello agli abruzzesi a consumare prodotti locali.
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«A differenza di quanto avviene per la distribuzione commerciale, la vendita diretta della pasticceria artigianale è colpita dal lockdown. Stiamo facendo il possibile per sensibilizzare i nostri associati affinché rispettino le regole per difendere la salute di tutti - afferma il direttore generale di Confartigianato Chieti-L’Aquila, Daniele Giangiulli - ma l'interpretazione del Dpcm che si traduce in una assurda penalizzazione delle produzioni artigianali e di qualità è inaccettabile. Rivolgiamo un appello a tutti i parlamentari locali. Un altro appello, in vista della Pasqua, lo rivolgiamo a tutti i cittadini abruzzesi: scegliete di acquistare i prodotti locali, preferendo i tanti pasticceri e panificatori che cercano di resistere alla crisi e si sono organizzati e riconvertiti per offrire le consegne a domicilio».
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Per continuare a far volare le colombe insomma e per pupe e cavalli - dolci della tradizione locale - che parlino abruzzese. In questo si inserisce l’appello affidato a Facebook del maestro pasticcere Fabrizio Camplone, della celebre pasticceria Caprice. Una lettera scritta con il cuore, districandosi fra sentimento e codici Ateco. «La mia attività rientra fra quelle di importanza primaria, avendo quindi la possibilità di rimanere aperte, pensavo di farlo nel periodo pasquale anche per rispondere agli appelli della clientela - scrive Fabrizio Camplone - Mi stavo organizzando per la vendita di prodotti di pasticceria anche confezionati, senza somministrazione e senza consumo nel locale, adottando tutte le misure di protezione e diffusione dal coronavirus. Ma non avrei immaginato tanto clamore e astio sollevati da altri colleghi, che come diceva mio padre più che pasticceri sono “pasticcioni”».


Aggiunge il pasticcere: «Mi dicono che  “avrei creato un precedente pericoloso di ordine pubblico per le attività similari” e allora torno sui miei passi e rimango chiuso. Ho comunicato ai miei diciotto bravissimi collaboratori che preferisco rimangano a casa con i familiari più che venire a lavorare, nell’incertezza della vendita».
 

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