Coronavirus, il primario Parruti: «Pochi sintomi nei giovani contagiati»

Coronavirus, il primario Parruti: «Pochi sintomi nei giovani contagiati»
di Monica Di Pillo
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Sabato 22 Agosto 2020, 09:10
Coronavirus, sono i giovani ora a destare preoccupazione, perché anche in Abruzzo si è abbassata notevolmente l’età dei positivi e anche quella dei ricoverati nel Covid Hospital di Pescara. Inoltre i giovani sono oggi “le gambe” del virus, sono gli under 40 che stanno consentendo al Covid di diffondersi, in molti casi con facilità perché si tratta di positivi asintomatici. Il vero problema è infatti che i giovani spesso non manifestano i sintomi, ma gli adulti e le fasce più deboli se si infettano possono sviluppare problemi respiratori seri e mandare in tilt il sistema sanitario nazionale.

«Attualmente - spiega il professor Giustino Parruti, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive di Pescara - la situazione sanitaria è sotto controllo, anche se in ospedale c’è un certo movimento. Tra ieri e l’altro ieri e abbiamo dimesso 6 pazienti, ma ne abbiamo ricoverati 3 nuovi, quindi abbiamo una situazione stazionaria di 19 pazienti ricoverati. La loro età oscilla tra i 21 e i 58 anni, notevolmente inferiore rispetto a quella dei pazienti ricoverati a marzo e aprile. Di questi pazienti solo due provengono da una Rsa, uno di 58 anni è ricoverato in rianimazione, ma è in fase di svezzamento; mentre una donna di 41 anni è in ossigenoterapia prona, ma in miglioramento».

Insomma i pazienti, anche quelli più gravi, stanno migliorando, ma bisogna monitorare ed isolare subito eventuali focolai. Ma perché ci sono tanti asintomatici? Il virus si è forse indebolito? «Ci sono molto asintomatici perché - ribadisce Parruti- i pazienti sono giovani, quindi spesso non manifestano sintomi o ne sviluppano pochi». E se i giovani della movida sono nel mirino, grazie anche all’intensificarsi dei controlli, il ritorno a scuola potrebbe destare qualche preoccupazione. Il 14 settembre si tornerà a scuola? «Non credo ci siano problemi sul ritorno a scuola, sono piuttosto fiducioso, ma - precisa Parruti - è necessario che tutti indossino rigorosamente le mascherine e che ogni preside individui e definisca dei protocolli specifici. Per gestire il ritorno in classe in sicurezza è necessario che venga individuato un percorso di medicina territoriale per verificare e valutare correttamente il grado di eventuali esposizioni al virus. Mi spiego meglio: se in una classe o in una comunità, in una palestra o in un altro luogo di aggregazione, si scopre una persona positiva al Covid, non è che si infettano tutti. Dipenderà dal grado di esposizione al virus, che va valutato da un medico competente. Diversamente si genererebbe un panico ingiustificato e piuttosto dannoso». Insomma attenzione e precauzione sì, ma panico no. Ed è ormai completato anche il Covid Hospital, che ieri mattina è stato oggetto di alcuni lavori al montacarichi, necessari per completare il trasferimento del reparto. 
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