La squadra, il Miserere e la rivalità con Pescara: il senso di appartenenza a Chieti in un comizio diventato virale

Giustino Angeloni
di Rosalba Emiliozzi
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Martedì 22 Settembre 2020, 12:48 - Ultimo aggiornamento: 15:01

Chietino si nasce e si diventa. Come? Lo spiega, con passione e una punta di dialetto che rafforza i concetti, Giustino Angeloni, ingegnere, ex presidente del Chieti calcio e candidato consigliere alle elezioni per il Comune di Chieti. Il video del comizio sta passando di telefono in telefonino e quando approda su Facebook fa centinaia di visualizzazioni. Racconta, Angeloni, di quando va a vedere le partire del Chieti calcio, e vede i «babbi con i figli (i “cetoli”), con la sciarpe e il cappello della squadra, babbi che hanno dovuto litigare con le mogli: “lo farai morire di freddo e poi lo distorci tale e quale a te”. E no, quello che lo porta perché così s’impara cosa è la teatinità, che non appartiene a una terra di nessuno, così si insegna a voler bene al Chieti per poi diventata da tifoso del Chieti a tifoso di Chieti».
 

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Poi il racconto del Miserere, che accompagna una delle processioni del Venerdì santo pià antiche d'Italia, e l’affondo finale su Pescara, in eterna rivalità con la città di Chieti, in un esilarante intercalare tra italiano e dialetto abruzzese che rende la “lezione” di appartenenza a una città davvero efficace.

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