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I grandi eventi provano a resistere. Europei e Olimpiadi, almeno per il momento, si faranno. E nelle sedi stabilite. Uefa e Cio da giorni cercano di rassicurare i paesi ospitanti. Dodici per quanto riguarda la rassegna calcistica. La sola Tokyo per i Giochi. La strada resta in salita. Non a caso la deadline per una decisione definitiva è stata spostata in avanti. Ieri i segretari delle 12 federazioni (per l’Italia presente Marco Brunelli) che ospiteranno le partite del primo Europeo itinerante si sono riuniti con i dirigenti della Uefa. Nyon ha ribadito il suo impegno a rispettare il programma. Considerando i rapidi cambiamenti della pandemia, però il massimo organismo calcistico continentale ha deciso di concedere un mese in più per la scelta definitiva. Un piano B è in piedi. La riunione prevista inizialmente il 5 marzo si terrà i primi di aprile.
BOLLE E TIFOSI
Chiaro che i problemi maggiori riguardano le 7 città occidentali. Ad est c’è più margine di operatività. Lo dimostra la finale di supercoppa a Budapest del 24 settembre scorso con oltre 15 mila tifosi presenti.
CINQUE CERCHI
Nonostante qualche voce incontrollata (riportata dal Times e prontamente smentita) volesse le Olimpiadi già annullate, Tokyo resiste. «L’organizzazione delle Olimpiadi resta difficile, ma sia concentrati sulla cerimonia d’apertura del 23 luglio di quest’anno. Lavoriamo giorno e notte per organizzare dei Giochi in sicurezza, non per cancellarli» ha sottolineato ieri il presidente del Cio Thomas Bach che si è poi detto contento della risoluzione del caso Coni: «Eravamo davvero pronti a sospendere l’Italia». Poi ha annunciato che a febbraio saranno presentati dei «playbooks che spiegheranno le misure per proteggere se stessi e gli altri». Certo che la terza ondata che sta colpendo Tokyo e i ritardi del piano vaccinale contribuiscono tal dibattito sulla fattibilità dei Giochi. Secondo alcuni sondaggi l’80 per cento dell’opinione pubblica si è espresso a favore di un rinvio o di un annullamento. Anche perché si stimano 11 mila atleti (Nessun paese ha annunciato ritiri) e decine di migliaia di allenatori, membri degli staff, funzionari, giudici e addetti presenti a Tokyo dal 23 luglio all’8 agosto. Senza contare l’immenso movimento di tifosi. Ecco perché è al vaglio anche l’idea di disputarli a porte chiuse. Una perdita marginale per il Cio visto che il 73% dei ricavi deriva dalla vendita dei diritti di trasmissione degli eventi.
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Il Messaggero