Uefa e Cio, avanti tutta verso il via a Europei e Olimpiadi

Uefa e Cio, avanti tutta verso il via a Europei e Olimpiadi
di Emiliano Bernardini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Gennaio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 29 Gennaio, 11:47

I grandi eventi provano a resistere. Europei e Olimpiadi, almeno per il momento, si faranno. E nelle sedi stabilite. Uefa e Cio da giorni cercano di rassicurare i paesi ospitanti. Dodici per quanto riguarda la rassegna calcistica. La sola Tokyo per i Giochi. La strada resta in salita. Non a caso la deadline per una decisione definitiva è stata spostata in avanti. Ieri i segretari delle 12 federazioni (per l’Italia presente Marco Brunelli) che ospiteranno le partite del primo Europeo itinerante si sono riuniti con i dirigenti della Uefa. Nyon ha ribadito il suo impegno a rispettare il programma. Considerando i rapidi cambiamenti della pandemia, però il massimo organismo calcistico continentale ha deciso di concedere un mese in più per la scelta definitiva. Un piano B è in piedi. La riunione prevista inizialmente il 5 marzo si terrà i primi di aprile. 

BOLLE E TIFOSI
Chiaro che i problemi maggiori riguardano le 7 città occidentali. Ad est c’è più margine di operatività. Lo dimostra la finale di supercoppa a Budapest del 24 settembre scorso con oltre 15 mila tifosi presenti. Ieri Mosca, nonostante i 20 mila contagi della Russia, ha riaperto tutto. La discriminante restano i tifosi. «Sono una parte importante di ciò che rende speciale il calcio. Dobbiamo concederci il massimo spazio per permettere il loro ritorno negli stadi» ha ribadito il presidente della Uefa, Ceferin. Quattro scenari: stadi chiusi, riempiti per un terzo, per due terzi e pieni. Da questo dipenderà anche un cambio delle partite. Se ad esempio l’Italia decidesse di impedire l’ingresso dei tifosi è molto probabile che la Uefa possa decidere di fare la gara inaugurale in un altro stadio. Così come le semifinali e la finale di Londra. Anche perché come ha rimarcato Ceferin «l’Europeo è una fonte vitale di finanziamento per il calcio di base e per lo sviluppo più ampio del calcio».

E i biglietti costituiscono una grossa percentuale dei ricavi. Per ora solo il 10% ha chiesto il rimborso. Una volta stabilità la decisione finale si aprirà una nuova finestra per richiedere la restituzione dei soldi. Come detto la Uefa pensa anche ad un piano B: organizzare l’evento in una sola nazione creando una bolla. Un po’ come è stato per la Champions in Germania. 

CINQUE CERCHI
Nonostante qualche voce incontrollata (riportata dal Times e prontamente smentita) volesse le Olimpiadi già annullate, Tokyo resiste. «L’organizzazione delle Olimpiadi resta difficile, ma sia concentrati sulla cerimonia d’apertura del 23 luglio di quest’anno. Lavoriamo giorno e notte per organizzare dei Giochi in sicurezza, non per cancellarli» ha sottolineato ieri il presidente del Cio Thomas Bach che si è poi detto contento della risoluzione del caso Coni: «Eravamo davvero pronti a sospendere l’Italia». Poi ha annunciato che a febbraio saranno presentati dei «playbooks che spiegheranno le misure per proteggere se stessi e gli altri». Certo che la terza ondata che sta colpendo Tokyo e i ritardi del piano vaccinale contribuiscono tal dibattito sulla fattibilità dei Giochi. Secondo alcuni sondaggi l’80 per cento dell’opinione pubblica si è espresso a favore di un rinvio o di un annullamento. Anche perché si stimano 11 mila atleti (Nessun paese ha annunciato ritiri) e decine di migliaia di allenatori, membri degli staff, funzionari, giudici e addetti presenti a Tokyo dal 23 luglio all’8 agosto. Senza contare l’immenso movimento di tifosi. Ecco perché è al vaglio anche l’idea di disputarli a porte chiuse. Una perdita marginale per il Cio visto che il 73% dei ricavi deriva dalla vendita dei diritti di trasmissione degli eventi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA