E all’improvviso, l’Olimpico - non tutto, bisogna essere precisi - fischiò. Come se Lorenzo Pellegrini fosse il colpevole unico della triste situazione nella...
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LE BANDIERE
Il malumore dei tifosi lo comprendiamo, la Roma, tutta, sta andando male e forse è proprio per questo motivo che non è il caso di non mettere in discussione i simboli o quelli designati ad esserlo. Pellegrini è stato uno dei migliori della prima parte della stagione, adesso sta pagando un calo fisico e psicologico, proprio lui, come ha sostenuto Fonseca, sente addosso maggiori pressioni. In un contesto che ha visto perdersi nel tempo i riferimenti come Totti, De Rossi e ora anche Florenzi, rischiare di perdere (psicologicamente e fisicamente) anche l’ultimo simbolo, romano e romanista, significherebbe inaridire ancora di più un ambiente che ha da sempre vissuto di passioni: la Roma, nella sua storia, ha più simboli che vittorie. E i successi, il vanto, l’orgoglio della gente sono sempre usciti dagli uomini che hanno indossato una maglia e/o una fascia, a cominciare da Di Bartolomei, passando anche per Giannini. Fischiare un capitano o un futuro capitano è come fischiare se stessi, la proprio appartenenza. Pellegrini conosce Roma, sa che in un attimo torneranno gli applausi. Per forza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero