Adesso è ufficiale: Stefano Pioli è il nuovo allenatore del Milan e prende il posto di Marco Giampaolo, esonerato ieri intorno alle 19.30. All'ex...
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Così Pioli. «Arrivo con entusiasmo e passione. Nel mio Milan voglio vedere idee, intensità e spregiudicatezza».
Lavoro Giampaolo. «Se qualcosa del suo lavoro può tenersi? Difficile dirlo. Giampaolo è un bravo allenatore, ma è diverso da me. Io dovrò essere bravo a comunicare alla squadra le mie idee. Partiamo da un buon livello, ci sono ragazzi di valore, Marco ha lavorato bene e questo è importante. Vorrei far giocare un calcio che i ragazzi abbiamo il piacere di giocare. Io devo aiutarli a farlo».
Tifosi. «Hanno diritto di critica, per me è uno stimolo in più».
Fede interista. «Il passato è passato. Ero un ragazzo di 13 anni, paffutello e con i capelli. Ora sono un adulto, professionista, pelato e con la barba e voglio fare bene».
Piatek e Paquetà. «Lui è molto efficace dentro l’area, poi come ogni attaccante è condizionato dal resto dell’area. Lui è un bomber, ma ci sono anche tanti altri giocatori che possono fare gol. Paquetà è una mezzala di qualità e di quantità».
Paragone esperienza Inter. «Sbagliato comparare le varie esperienze, cambiano tante cose. Non mi guardo mai alle spalle, guardo sempre avanti».
Giocatori bloccati. «Difficile giudicare da fuori».
Caratteristiche Milan. «Ci sono giocatori che possono risolvere le partite. Possiamo mettere in mostra un gioco intraprendente. C’è grande concorrenza, le altre squadre sono ben preparate, ma dobbiamo avere coraggio e insieme dobbiamo mettere qualcosa in più per far risaltare le nostre qualità».
Obiettivo. «Noi dobbiamo lottare per andare in Champions».
Potenziatore. «Io mi adatto ai miei giocatori. Devono migliorarli individualmente per farli crescere anche come collettivo».
Sensazioni. «Sono ottimista, lotteremo per il Milan. Devono essere convinti anche i giocatori. Bisogna tenere duro nei momenti difficili. Il mio slogan? Vincere».
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Il Messaggero