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Alla vigilia della gara contro la Cremonese non poteva non parlare delle proprie emozioni Stefan Radu. Il veterano della Lazio (426 presenze e 8 gol) è stato il protagonista dell’ultimo match program casalingo del club: «Sarà la mia ultima partita davanti ai nostri tifosi, sarà molto triste per me. Scusate, non riesco a dire altro (si commuove, ndr). Sono orgoglioso di essere diventato il calciatore più presente nella storia della Lazio ma, come già detto in passato, la mia priorità è sempre stata quella di ottenere risultati importanti per la squadra».
Lazio, le parole di Radu
Prima la squadra poi lui. Ecco perché l'obiettivo principale resterà confermare il secondo posto domani: «È una gara importante per centrare la qualificazione in Champions League anche senza la penalizzazione della Juventus. Vogliamo finire secondi in classifica perché questa squadra se lo merita dopo il grande lavoro fatto in questa stagione. È stata un'annata piena di impegni, tra campionato e coppe e quello che abbiamo fatto ci darà ancora più consapevolezza per il futuro». Un futuro che secondo Radu sarà da grande club: «Questa squadra è cresciuta tantissimo in questi anni. Da quando sono arrivato ci sono stati dei miglioramenti continui. Adesso la Lazio fa paura, è diventata una big. Nei prossimi anni ci farà divertire tantissimo, ne sono sicuro».
Radu: «Mi sono trovato bene con tutti. Il ritiro mi spaventa, ma ero stanco»
Impossibile ringraziare una sola persona dopo tutto quello che ha vissuto: «Non posso fare un solo nome perché sono legato anche a chi è andato via. Mi sono trovato bene con tutti. Nello spogliatoio ho sempre cercato di tenere alto l’umore del gruppo, a volte anche con alcuni scherzi particolari (ride, ndr)». Poi sul ritiro: «Un po' mi spaventa, è inevitabile. Mi mancherà tutto, per 15 anni ho sempre fatto la stessa cosa: casa, Formello, casa. Però sono stanco, per questo ho deciso di dire basta. Forse l'unica cosa che non mi mancherà sarà il ritiro estivo (ride, ndr). L'ho già detto ai ragazzi: quest'estate li andrò a trovare ad Auronzo di Cadore in borghese». Infine un aneddoto sulla cavalcata fino al 26 maggio 2013: «Un ricordo bellissimo fu la vittoria contro la Juventus a Torino ne 2017, con il rigore parato da Strakosha all'ultimo minuto. Vincemmo in casa loro dopo tanti anni. La mia preghiera al momento del rigore divenne virale, invocai tutti i santi. Fu come un segno divino». Leggi l'articolo completo suIl Messaggero