Morto in Israele lo scrittore Aharon Appelfeld, testimone della Shoah

Morto in Israele lo scrittore Aharon Appelfeld, testimone della Shoah
Aharon Appelfeld, uno dei più importanti scrittori di Israele, è morto la scorsa notte all'età di 85 anni. Lo ha reso noto la famiglia. Immediate...

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Aharon Appelfeld, uno dei più importanti scrittori di Israele, è morto la scorsa notte all'età di 85 anni. Lo ha reso noto la famiglia. Immediate le espressioni cordoglio da parte di figure di spicco fra cui il capo dello Stato Reuven Rivlin che aveva con lui rapporti di amicizia.


Originario della Romania, da bambino Appelfeld era stato strappato ai genitori e aveva vissuto esperienze traumatizzanti fra cui peregrinazioni nei boschi, la reclusione in un campo di concentramento, e la vita clandestina circondato da criminali. Si era poi aggregato all'Armata Rossa, come cuoco.

Dopo la guerra immigrò nella Palestina di allora, dove tornò a ricongiungersi col padre dopo una separazione di 12 anni. Solo allora iniziò a studiare l'ebraico. In decine di romanzi - molti dei quali tradotti in italiano - Appelfeld ha scritto sulla Shoah, senza indulgere in descrizioni dirette degli orrori a suo parere talmente enormi da non poter essere riferiti a parole. «La Shoah era per lui una sorta di Chernobyl, che richiede grande precauzione per essere affrontata», ha osservato oggi lo scrittore Amos Oz, un suo amico personale.

Molti i libri di Appelfeld tradotti in italiano, per la maggior parte da Guanda, in cui lo scrittore israeliano ha saputo dar voce alla sua terribile esperienza facendone un tema universale: 'Badenheim 1939', 'Storia di una vita', 'Paesaggio con bambina', 'Il ragazzo che voleva dormire', 'Fiori nelle tenebre', 'L'amore, d'improvviso', 'Oltre la disperazione', 'Il partigiano Edmond', 'Fiori nelle tenebre' e 'Giorni luminosi'. Mentre Feltrinelli ha pubblicato 'Il mio nome è Caterinà e 'Una bambina da un altro mondo'. Per Giuntina sono usciti invece: 'Storia di una vita', 'Tutto ciò che ho amato' e 'Notte dopo notte'.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero