Un successo preannunciato. Quello di un uomo prima di tutto. Max Gazzè. E quello della sua “Alchemaya”. Opera fuori dal comune. “Esoterica”....
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Concerto diviso in due parti. Battimani e cori del pubblico fanno da “ponte catartico”, dall’introspezione alla parte più briosa. Tognazzi recita scritti ispirati al “Libro perduto dei Dio Enki’" brani della Bibbia, scritti sull’origine dell’uomo; Gazzè canta 'L'origine del mondo', 'Il diluvio di tutti' o 'Alchimia', 'Progetto dell'anima', che non a caso chiude il primo atto con un inno ad "amore, coscienza e risveglio”, citando nel mezzo anche le tavole numeriche e i manoscritti di Qumran. Brani composti insieme al fratello Francesco proprio per Alchemaya. Il tutto per un Gazzè “solo voce”, senza il suo inseparabile basso. Un secondo atto che invece è un vero e propio show. Pezzi più conosciuti tratti dal suo repertorio completamente rivisti per orchestra e voce. Da 'Il timido ubriaco' a 'Il solito sesso', da 'Ti sembra normale' a 'Sotto casa’. Due le canzoni inedite ("Se soltanto" e "Un brivido a notte").
«Dieci per cento ispirazione e novanta per cento traspirazione. Abbiamo lavorato così con Ferrari. I vecchi brani arrangiati con preludi ed interludi. Ci siamo divertiti». Con un pizzico di incoscienza, «perché l'orchestra ha provato pochissimo. Sono molto soddisfatto: mi piaceva trasferire un concetto di creazione dell'uomo per arrivare a percepire cosa è l'uomo veramente, nel suo slancio verso il divino, nella sua vera essenza. E volevo farlo con leggerezza, come fosse un viaggio di Jules Verne al centro della Terra o un Yellow Submarine ma in volo e non sott’acqua».
Non mancano le citazioni, a mo’ di salti pindarici fatti con la naturalezza di chi sa che può osare: accenno a Mozart in “Cara Valentina” e “Cuore matto” nell'incipit di “Ti pare normale”.
Ieri sera, ad applaudirlo, i suoi colleghi inseparabili. Tra cui, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Carmen Consoli.
Dopo Roma, gli altri teatri d’Italia (l'8 aprile al Teatro dell'Opera di Firenze, il 10 aprile al Teatro San Carlo di Napoli, l'11 e il 12 aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 13 aprile al Gran Teatro di Padova e il 14 aprile all'Auditorium del Lingotto di Torino). E un album (con tre inediti) che uscirà dopo l’estate e che verrà registrato alle Officine Pasolini con la Bohemian Symphony Orchestra, «disco doppio che ripercorrerà il live e che mi piacerebbe fosse ascoltato dall'inizio alla fine, senza salti. Non mi preoccupo se Alchemaya piaccia o non piaccia, per me ha un senso ed è quello l’importante». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero