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«Giorgia Meloni? Quello che ci divide è secondario rispetto a ciò che ci unisce». Così parlò Marine Le Pen, leader della destra sovranista francese e presidente del Rassemblement National, a una manciata di mesi dalle elezioni europee. Già, perché se il progetto dei partiti di centrodestra Ue è noto (escludere i socialisti da una futura maggioranza europea a Bruxelles e dar vita a un governo composto da popolari e conservatori, qualcosa di simile al modello italiano), la domanda che molti si fanno a dieci mesi dalle urne è: Le Pen può essere parte del progetto?
E le risposte, va da sé, divergono. Almeno nel centrodestra italiano. Perché se Matteo Salvini ripete di «preferire lei» al presidente francese Emmanuel Macron, e invita i colleghi a non mettere veti contro le altre formazioni a destra del Ppe, Forza Italia ha già sbattuto la porta: con Le Pen nulla ci unisce, tutto ci divide. Dunque, non se ne parla. E Meloni? Quali sono le differenze nella linea delle due leader?