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La variante indiana del Covid preoccupa per le sue mutazioni e per quanto potrà influenzare la distribuzione dei vaccini, ma dall'altra parte non sembra essere molto diffusiva, lasciando predominare quella inglese. A sostenerlo è Sergio Abrignani, l'immunologo e membro del Cts.
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Abrignani sostiene che la mutazione indiana vada monitorata e si è detto favorevole al blocco degli arrivi dall'India, «perché ancora dobbiamo imparare bene in queste settimane quanto veramente la variante sia diffusiva».
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L'immunologo, nella serata di ieri, ha risposto anche a una domanda sul coprifuoco alle 22, contestato da molti esponenti politici: «Non c'è nessun dato scientifico su cosa voglia dire un'ora in più aperti o un'ora chiusi. Non esiste, come nel 99% delle cose che ci hanno interessato di questa pandemia e che sono state decise sulla base di supposizioni scientifiche, sempre con la tendenza alla mitigazione del rischio» Abrignani ha poi continuato: «noi siamo a favore di tutta una serie di mitigazioni del rischio. Il Cts non decide mai nulla, dà dei pareri. Le decisioni sono sempre della politica. Noi diamo dei pareri in scienza e coscienza, sulla base dei dati».
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L'immunologo ha poi parlato del rischio calcolato e dei dati sui morti da inizio pandemia: «Se ho la certezza che sia giusto tutto questo? No, perché non ci sono dati scientifici assoluti sulla maggior parte delle cose che decidiamo».
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