Contro la miopia l'intervento diventa “Smile”

Contro la miopia l'intervento diventa “Smile”
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Il mondo è miope. In Italia lo sono oltre 20 milioni di individui: bambini, adulti, persone attive nella terza età, maschi e femmine. «Il primo impatto con la miopia è da ragazzi, contestualmente con la crescita – spiega Matteo Piovella, presidente della Società oftalmologica italiana – Ci si alza e quasi all’improvviso gli oggetti da lontano risultano sfuocati e poco identificabili. Quando appare la miopia l’occhio nella parte posteriore si “allunga” come un pallone da rugby e questo “spostamento anatomico posteriore” della retina, dovuto a un “cedimento controllato” della sclera bianca è responsabile della miopia. Normalmente il processo si stabilizza in qualche anno, causando prevedibili peggioramenti della miopia e delle diottrie fino al raggiungimento della maggiore età. Per questo sono necessarie visite oculistiche programmate per aggiornare il potere delle lenti degli occhiali e poter sempre veder bene».

LE TAPPE

La Società oftalmologica italiana ha in programma dal 25 al 28 novembre il suo centesimo congresso – che sarà in edizione digitale – ed è il riferimento medico scientifico per quanto attiene agli occhi. Quando è indispensabile la visita? «Alla nascita, entro i tre anni, il primo giorno di scuola, a 12 anni, dai 40 ai 60 anni ogni due anni, oltre i 60 una volta all’anno. I recenti studi sulla miopia – aggiunge Piovella – e la sua evoluzione hanno meglio individuato, anche se non definitivamente, il ruolo di una preponderante e impegnativa continua messa a fuoco da vicino nello sviluppo e nel peggioramento della malattia. È universalmente riconosciuto che la continua messa a fuoco da vicino, nell’età critica, per periodi troppo lunghi abbia un ruolo almeno nella progressione della miopia». Da qui l’importanza di semplici precauzioni che unite alle ultime novità scientifiche consentono di migliorare sensibilmente quando la situazione si aggrava. «Soprattutto chi ha difetti elevati, dopo decenni di stabilizzazione, può rilevare un aumento della miopia, da 50 anni in su» aggiunge Piovella. Un aggravio «dovuto ad alterazioni dell’indice di refrazione del cristallino naturale».

È su questo che si interviene con successo ormai da tempo, attraverso la chirurgia refrattiva (laser) che «a trent’anni di distanza dimostra una maturità basata su migliori conoscenze e adozione di tecnologie innovative». L’ultima è la tecnica “Smile” che permette di ridurre gli effetti ablativi (distruzione del tessuto corneale) rispetto alle tecniche precedenti. «Al tempo stesso, l’evoluzione dei cristallini artificiali, normalmente impiantati in caso di intervento di sostituzione di quello naturale, permette oggi, nei pazienti con più di 50 anni, di attivare la più diffusa opportunità di correzione della miopia. L’adozione di quelli a tecnologia avanzata permette ai pazienti di guidare la macchina, vedere la televisione, leggere un libro o il giornale senza dipendere da una correzione con occhiali o lenti a contatto». Novità che confermano come «le conoscenze e le azioni messe in atto dai 7mila medici oculisti italiani permettono l’affermarsi di possibilità innovative e più efficaci per curare, contenere e perché no eliminare la miopia».

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Il Messaggero