RIETI - «Siamo dell’opinione che il parere positivo espresso dalla Regione per l’impianto di pirolisi sia stato concesso in maniera leggera, non tenendo...
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Dal Comune di Rieti, raccoglie l’istanza l’assessore all’Ambiente Claudio Valentini: «In questo momento non intendo esprimere alcun giudizio sulla questione perché siamo ancora nella fase decisoria della Conferenza dei Servizi - spiega Valentini. - Il 15 giugno è molto probabile che sarò io a essere presente in Conferenza, in rappresentanza dell’Ente: a oggi, comunque, il mio parere è in linea con quanto già espresso dal nostro ufficio Ambiente, secondo il quale l’impianto “necessita la dimostrazione del rispetto” delle distanze da case, centri abitati e insediamenti sensibili come ospedale e carcere imposte dal regolamento di igiene urbana. Il 10 marzo scorso, anche il Comune di Cittaducale aveva inviato una propria nota alla Regione, chiedendo “la verifica della compatibilità dell’impianto rispetto” all’ospedale de Lellis, “delle infrastrutture pubbliche limitrofe e delle infrastrutture di adduzione dell’acqua potabile prossime all’area di intervento, con particolare riferimento ai pozzi e agli acquedotti che servono anche il nostro territorio».
L'intervento
Sul tema delle distanze sollevato da Rieti e Cittaducale interviene anche l’ex assessore all’Ambiente della giunta Petrangeli, Carlo Ubertini, che nel 2013 modificò il regolamento di igiene urbana: «All’interno del progetto si parla di una prevalente lavorazione di materie plastiche, ma va accertato quale sia il restante materiale trattato - commenta Ubertini. - Ci sono poi elementi che farebbero pensare all’assimilazione dell’impianto a una delle industrie insalubri di prima classe elencate dal decreto ministeriale del 1994 e quindi, sulla base del regolamento comunale, si presenterebbe un problema di distanze. La pirolisi è un’industria di trattamenti rifiuti solidi plastici e se rientrasse nelle industrie insalubri che lavorano materie plastiche e sostanze chimiche dovrebbe essere edificata a 200 metri di distanza dalle case. Nel caso di Rieti la pirolisi trasforma poi l’energia termica in elettrica e, in questo caso, se fosse invece assimilabile come centrale termoelettrica, dovrebbe avere una distanza minima addirittura di 500 metri». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero