Rieti, Amatrice ospita il Concorso “Filosofia e Natura”: il lavoro risposta alle catastrofi naturali

L'incontro ad Amatrice
RIETI - Un altro successo l’incontro formativo del 13 aprile 2018, presso il Nuovo Cinema Paradiso di Amatrice, della III edizione del concorso “Filosofia e...

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RIETI - Un altro successo l’incontro formativo del 13 aprile 2018, presso il Nuovo Cinema Paradiso di Amatrice, della III edizione del concorso “Filosofia e Natura”. Un centinaio gli studenti partecipanti (Liceo delle Scienze Umane, Liceo Scientifico di Rieti e il Liceo Scientifico di Amatrice, Liceo Linguistico, Liceo Artistico, Liceo Economico Sociale, Liceo Musicale) accolti dal prof. Andrea Innocenzi, vicepreside del Liceo Scientifico “G.Minozzi” di Amatrice, che a nome della prof. Maria Rita Pitoni, Dirigente dell’Istituto, ha ringraziato i ragazzi ed i dirigenti per l’impegno che da 3 anni dedicano al concorso. Parole di apprezzamento sono state espresse anche dal prof. Alessio Valloni, coordinatore del concorso, per l’ospitalità e l’organizzazione curata dal Liceo di Amatrice, anche per il diretto impregno della prof. Danila Pirri, docente di Filosofia del “Minozzi”.


Il professore Alessandro Vaccarelli, docente di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi dell’Aquila, relatore d’eccezione del concorso, ha esordito spiegando quanto sia importante, nell’ambito del rapporto tra natura e cultura, l’attività lavorativa dell’uomo, sia nell’ordinarietà dell’esistenza che in momenti difficili e problematici.

A partire da una lettura storica del rapporto dell’uomo con le catastrofi naturali, tramite ricchi e originali riferimenti a Platone, Seneca, Plinio il giovane, Cicerone, Voltaire, Rousseau e Kant, il docente universitario ha guidato gli studenti a leggere le catastrofi come esito di azioni umane, e non quindi riconducibili all’azione punitiva di Dio.

Il lavoro come esperienza di rinascita, di trasformazione del reale, di concretizzazione della speranza e della progettualità umana con importanti ricadute sulla vita personale e comunitaria: queste le chiavi di lettura a cui riferirsi per interpretare, in senso antropologico, l’azione dell’uomo. La catastrofe e il disastro quindi come una medaglia con due facce inseparabili: la sofferenza e il dolore ma anche la possibilità di generare nuove cose. Il lavoro consente infatti di vivere il presente e proiettarsi nel futuro, determinando una tensione virtuosa a cui hanno fatto riferimento anche gli applauditi interventi degli studenti del Liceo di Amatrice, preoccupati dalla difficile situazione che le popolazioni colpite dal sisma stanno vivendo.


Prossimo appuntamento 7 maggio al monte Terminillo per parlare di Etica del lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero