Il professore Alessandro Vaccarelli, docente di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi dell’Aquila, relatore d’eccezione del concorso, ha esordito spiegando quanto sia importante, nell’ambito del rapporto tra natura e cultura, l’attività lavorativa dell’uomo, sia nell’ordinarietà dell’esistenza che in momenti difficili e problematici.
A partire da una lettura storica del rapporto dell’uomo con le catastrofi naturali, tramite ricchi e originali riferimenti a Platone, Seneca, Plinio il giovane, Cicerone, Voltaire, Rousseau e Kant, il docente universitario ha guidato gli studenti a leggere le catastrofi come esito di azioni umane, e non quindi riconducibili all’azione punitiva di Dio.
Il lavoro come esperienza di rinascita, di trasformazione del reale, di concretizzazione della speranza e della progettualità umana con importanti ricadute sulla vita personale e comunitaria: queste le chiavi di lettura a cui riferirsi per interpretare, in senso antropologico, l’azione dell’uomo. La catastrofe e il disastro quindi come una medaglia con due facce inseparabili: la sofferenza e il dolore ma anche la possibilità di generare nuove cose. Il lavoro consente infatti di vivere il presente e proiettarsi nel futuro, determinando una tensione virtuosa a cui hanno fatto riferimento anche gli applauditi interventi degli studenti del Liceo di Amatrice, preoccupati dalla difficile situazione che le popolazioni colpite dal sisma stanno vivendo.
Prossimo appuntamento 7 maggio al monte Terminillo per parlare di Etica del lavoro.
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