NEW YORK L'eco delle esplosioni dei missili in Siria cederà il passo oggi alle conversazioni della diplomazia. Ma gli incontri dei ministri degli Esteri del G7, in...
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LA RIUNIONE
Il segretario di Stato Usa Rex Tillerson parteciperà agli incontri, per poi partire per Mosca, dove lo aspetta il difficile compito di capire se esista una strada comune fra Usa e Russia per la soluzione del conflitto siriano. Ma il segnale di quanto fragile sia il momento lo prova proprio il ministro Alfano che ha annunciato una riunione straordinaria sulla Siria, allargata ai ministri degli Esteri di Turchia, Emirati Arabi, Arabia Saudita, Giordania e Qatar. La riunione è stata organizzata durante una conversazione con i colleghi tedesco, francese e britannico, per il desiderio comune di scongiurare l'escalation militare in seguito alla decisione degli Usa di sganciare 59 missili cruise su una base siriana. Dopo questo attacco è infatti arrivato anche l'altolà dell'Iran: un «errore decisivo» lo ha definito l'ayatollah Ali Khamenei.
Per ora comunque gli Stati Uniti insistono che non allargheranno la propria presenza militare in Siria oltre a quella necessaria per sconfiggere l'Isis. Eventuali altri attacchi come quelli di giovedì verrebbero solo se l'esercito governativo ricorresse di nuovo alle armi chimiche. Tillerson a Mosca intende sia discutere del ruolo che la Russia avrebbe avuto nel ricorso al sarin da parte di Bashir al-Assad, sia capire se ci siano speranze che Putin si decida a smettere di sostenere il dittatore e a favorirne l'uscita. Tillerson, come l'ambasciatrice all'Onu Nikki Haley e il consigliere per la sicurezza nazionale McMaster, ha ieri ribadito la certezza che la Russia sia nel torto, perché «o era al corrente dell'esistenza del sarin nella base di Shayrat, o si è fatta ingannare dal regime di al-Assad».
IL CAMBIO DI REGIME
Sia Haley che McMaster hanno anche sostenuto che una possibile soluzione politica in Siria non sarà possibile fintanto che ci sarà al-Assad alla guida del governo.
Il Messaggero