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Il nuovo decreto di luglio con gli aiuti alle famiglie e alle imprese arriverà. Anche nel caso di un governo dimissionario. Quello che ancora non è chiaro è se sarà un decretone o se si procederà affrontando le emergenze via via più urgenti. Tutto dipende da cosa accadrà mercoledì, il giorno in cui il presidente del consiglio Mario Draghi terrà le sue comunicazioni fiduciarie al Parlamento. In attesa di capire resta dunque in stand by il lavoro sulle misure, con la certezza che ci sono a disposizione 10 miliardi e che ci sono alcune scadenze ormai imminenti.
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Il nodo dello sconto-benzina
A partire dallo sconto sulla benzina, che è in vigore fino al 2 agosto.
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Il taglio del cuneo fiscale
Per il resto si ragiona su una serie di altre ipotesi, che sono quelle rimaste congelate sul tavolo da prima della crisi che ha lasciato il governo appeso ad un filo. In particolare, c'è la possibilità di un primo taglio del cuneo fiscale, una sorta di anticipo di una misura più strutturale da fare in manovra. È considerato un'alternativa la riproposizione del bonus da 200 euro, misura che vale circa 6,8 miliardi. Si è parlato anche della riduzione, o l'azzeramento, delle aliquote Iva sui beni di largo consumo, dai farmaci agli alimentari. Ma al momento è tutto ancora da vedere e il lavoro è praticamente fermo anche a livello tecnico, assicurano in ambienti di governo. Se ne riparla mercoledì. Se si aprirà un Draghi bis, la strada per il nuovo decreto aiuti è spianata, con l'approvazione attesa come previsto entro fine luglio. Nel caso di un governo dimissionario, invece, si potrà comunque procedere con la decretazione d'urgenza, che garantirà gli aiuti a famiglie e imprese. L'eventuale data delle urne è destinata ad incidere infine sul tema dei conti pubblici, con una serie di scadenze cruciali, dalla Nadef (27 settembre) al Documento programmatico di bilancio (da presentare a Bruxelles entro il 15 ottobre), fino alla legge di bilancio, attesa in Parlamento entro il 20 ottobre.
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