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Ma perché i russi hanno preso Chernobyl? Chi mai può essere interessato a un sito radioattivo intorno al quale migliaia di chilometri quadrati di terreno (un'area eguale al Lussemburgo) sono ancora interdetti a 35 anni circa dalla celeberrima esplosione della centrale nucleare? La risposta è semplicissima: Chernobyl non ha alcun interesse militare ma si trova lungo una delle strade che portano a Kiev. «E' il modo più rapido di arrivare a Kiev partendo dal confine bielorusso», ha affermato James Acton, analista americano del centro studi Carnagie Endowment.
Anche Jack Keane, un ex capo di stato maggiore dell'esercito americano citato dall'agenzia Reuters, ha affermato che Chernobyl "non ha alcun significato militare" ma si trova sulla rotta più breve verso Kiev, l'obiettivo di una strategia di "decapitazione" russa per cacciare il governo ucraino.
Keane ha definito la rotta dalla Bielorussia a Kiev uno dei quattro "assi" tracciati dalle forze russe per invadere l'Ucraina, incluso un secondo vettore dalla Bielorussia, un'avanzata a sud nella città ucraina di Kharkiv e una spinta a nord dalla Crimea controllata dalla Russia alla città di Kherson.
Le offensive combinate costituiscono il più grande attacco a uno stato europeo dalla seconda guerra mondiale.
Ora la domanda più importante cui rispondere è: l'invasione pone problemi di sicurezza nucleare? Al momento la risposta è secca: "no". La notizia che i russi avessero attaccato un deposito di scorie nucleari è stata smentita. Inoltre le quattro centrali nucleari ucraine continuano a funzionare in sicurezza, come ha confermato l'Organismo di sicurezza dell'Onu che le vigila ormai da decenni a sua volta in contatto con l'analoga agenzia ucraina
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Il Messaggero