Il concorso dei presidi non si ferma, secondo i giudici è troppo importante per essere bloccato. «E ora pensiamo ad assumere i vincitori»: così il...
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LE NOMINE
Su tutti, il Tar del Lazio ha concentrato l'attenzione sul ricorso di alcuni candidati che reclamavano per l'incompatibilità di tre componenti delle sottocommissioni incaricate nella valutazione delle prove scritte. E così il 2 luglio scorso, mentre il concorso era ormai agli sgoccioli con le prove orali in corso, dal Tribunale amministrativo dal Tar del Lazio è arrivata la tegola peggiore: «Il concorso va annullato». Tutto da rifare, quindi, e niente assunzioni per il 1 settembre. Un fulmine a ciel sereno. Il Ministero si rivolge al Consiglio di Stato e ieri è arrivata la decisione: si va avanti. Soddisfatto il Miur, molto meno i ricorrenti che comunque sentono di aver subito un'ingiustizia. Nelle ordinanze della VI Sezione si legge: «A prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull'effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) deve ritenersi preminente l'interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l'affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal 1° settembre 2019». In questo il Miur può andare avanti con la prova orale e arrivare in tempo alla nomina dei vincitori. L'udienza pubblica per la decisione definitiva è già fissata al 17 ottobre 2019. Ma che cosa vuol dire che prevale l'interesse pubblico? Vuol dire che la scuola senza presidi sta restando in ginocchio. Basti pensare che nell'anno scolastico 2018-2019 erano 6.792 i dirigenti scolastici in servizio a fronte di 1.189 posti vacanti e 1.748 le reggenze: ben 3500 quindi le scuole con un preside sospeso tra plessi distanti km tra loro, con inevitabili disagi per tutti. «Il preside - spiega Mario Rusconi presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio,- nella scuola è il riferimento per docenti, alunni, genitori, famiglie, personale Ata e tutte quelle persone che quotidianamente si rapportano con il mondo della scuola. Una figura centrale e di responsabilità. Fa bene il Miur a difendere il concorso». A settembre infatti, senza nuove assunzioni e con 400 pensionamenti previsti, la situazione sarebbe peggiorata arrivando a 4200 scuole con dirigenti a mezzo servizio. Con la sentenza di ieri il concorso va avanti e il ministro Bussetti guarda dritto alle assunzioni: Bene la sospensiva del Consiglio di Stato. Procederemo ora senza indugio con la pubblicazione della graduatoria e le assunzioni»
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Il Messaggero