Scuola, il concorso dei presidi va avanti: adesso si potranno fare gli orali

Scuola, il concorso dei presidi va avanti: adesso gli orali
di Lorena Loiacono
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Sabato 13 Luglio 2019, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 11:49

Il concorso dei presidi non si ferma, secondo i giudici è troppo importante per essere bloccato. «E ora pensiamo ad assumere i vincitori»: così il ministro all'istruzione Bussetti ha accolto ieri la sentenza del Consiglio di Stato che, a prescindere dalle motivazioni che hanno spinto il Tar del Lazio a sospendere la procedura di selezione, ha deciso di mandare avanti gli orali perché la scuola, oggi, ha bisogno di nuovi presidi. E non è solo il Consiglio di Stato a dirlo, lo sostiene anche il ministero di viale Trastevere che, infatti, ha presentato immediatamente ricorso contro la decisione del Tar. Il motivo? Troppe scuole sono in affanno per la mancanza di presidi e le assunzioni darebbero una boccata di ossigeno a migliaia di istituti che, altrimenti, a settembre si ritroverebbero con presidi divisi tra scuole e chilometri da percorrere. La questione ha radici lontane e, per capire come si sia arrivati ad una emergenza simile, occorre fare più di un passo indietro: l'ultimo concorso per dirigenti scolastici risale al 2011 ma in quella occasione le selezioni non furono sufficienti per garantire la continuità delle assunzioni negli anni. Un anno fa è arrivato il bando del tanto atteso concorso per dirigenti scolastici, da cui in base al bando usciranno 2900 nuovi presidi. Un buona notizia su cui, come spesso accadde, incombe l'incubo dei ricorsi per irregolarità durante le procedure. Anche in questo caso infatti i ricorsi non sono mancati. Ne sono arrivati a centinaia soprattutto legati alla prova scritta, svolta a ottobre scorso, con segnalazioni di vario tipo dal presunto mancato rispetto dell'anonimato allo scritto in Sardegna, rinviato per maltempo.

LE NOMINE
Su tutti, il Tar del Lazio ha concentrato l'attenzione sul ricorso di alcuni candidati che reclamavano per l'incompatibilità di tre componenti delle sottocommissioni incaricate nella valutazione delle prove scritte. E così il 2 luglio scorso, mentre il concorso era ormai agli sgoccioli con le prove orali in corso, dal Tribunale amministrativo dal Tar del Lazio è arrivata la tegola peggiore: «Il concorso va annullato». Tutto da rifare, quindi, e niente assunzioni per il 1 settembre. Un fulmine a ciel sereno. Il Ministero si rivolge al Consiglio di Stato e ieri è arrivata la decisione: si va avanti. Soddisfatto il Miur, molto meno i ricorrenti che comunque sentono di aver subito un'ingiustizia. Nelle ordinanze della VI Sezione si legge: «A prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull'effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) deve ritenersi preminente l'interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l'affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal 1° settembre 2019». In questo il Miur può andare avanti con la prova orale e arrivare in tempo alla nomina dei vincitori. L'udienza pubblica per la decisione definitiva è già fissata al 17 ottobre 2019. Ma che cosa vuol dire che prevale l'interesse pubblico? Vuol dire che la scuola senza presidi sta restando in ginocchio. Basti pensare che nell'anno scolastico 2018-2019 erano 6.792 i dirigenti scolastici in servizio a fronte di 1.189 posti vacanti e 1.748 le reggenze: ben 3500 quindi le scuole con un preside sospeso tra plessi distanti km tra loro, con inevitabili disagi per tutti. «Il preside - spiega Mario Rusconi presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio,- nella scuola è il riferimento per docenti, alunni, genitori, famiglie, personale Ata e tutte quelle persone che quotidianamente si rapportano con il mondo della scuola. Una figura centrale e di responsabilità. Fa bene il Miur a difendere il concorso». A settembre infatti, senza nuove assunzioni e con 400 pensionamenti previsti, la situazione sarebbe peggiorata arrivando a 4200 scuole con dirigenti a mezzo servizio. Con la sentenza di ieri il concorso va avanti e il ministro Bussetti guarda dritto alle assunzioni: Bene la sospensiva del Consiglio di Stato. Procederemo ora senza indugio con la pubblicazione della graduatoria e le assunzioni»
 

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