PESCARA - La ripresina si manifesta anche così: in Abruzzo diminuisce il numero degli inquini morosi, e dunque degli sfratti. Una tendenza in linea con quella nazionale,...
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Per l'Unione inquilini, il primo provvedimento da attuare è «l'immediata sospensione degli sfratti esecutivi», compresi quelli che riguardano la morosità colpevole, perché questa, insiste l'associazione di categoria, è la vera questione su cui dovrebbe concentrarsi l'azione del governo e della Regione: «Nulla è stato fatto sino ad oggi nonostante le molte promesse. Ricordiamo - osserva ancora l'Unione inquilini di Pescara - che vi sono centinaia di nuclei familiari inutilmente collocati nelle graduatorie e in attesa da anni di una casa popolare».
Problema antico, solo in parte alleggerito dagli ultimi dati del Ministero: nel 2016 le sentenze di sfratto emesse in Abruzzo sono state 1.262, con una diminuzione del 21,27% rispetto all'anno precedente. Nella stragrande maggioranza si tratta di sfratti per morosità (1.129 su 1.262). Quelli eseguiti con l'intervento della Forza pubblica sono stati 701, in calo del 7,03% rispetto al 2015. Ma solo nella provincia di Pescara sono stati circa la metà del totale: 335, con un aumento in controtendenza dell'8,06% rispetto al dato regionale. Sempre in Abruzzo, le richieste di esecuzione all'Ufficiale giudiziario sono state 1.146, in calo del 20,86%. Tra le proposte dell'Unione inquilini c'è soprattutto quella di "dare risposte alle famiglie che avrebbe diritto ad una casa popolare e che aspettano da anni in graduatoria". Si chiede inoltre di utilizzare la leva fiscale per ridurre gli affitti e un grande investimento per riconvertire il patrimonio pubblico non utilizzato ai fini della residenza sociale.
La sola Ater di Pescara gestisce oggi un patrimonio immenso: 4.431 alloggi in locazione in tutta la provincia, di cui 3.089 solo in città; 78 locali commerciali a Pescara, 15 a Montesilvano, 4 a Bussi, 3 a Caramanico Terme. Un'azienda che in passato ha sempre rappresentato un grosso serbatoio di voti per la politica e dove lo scorrimento delle graduatorie è stato spesso più sensibile ai santini elettorali che a quelli in paradiso.
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Il Messaggero