Charter dal Marocco, arrivati i braccianti magrebini per coltivare gli ortaggi nella Piana del Fucino

Charter dal Marocco, arrivati i braccianti magrebini per coltivare gli ortaggi nella Piana del Fucino
Sono atterrati all’aeroporto di Pescara i primi due voli provenienti dal Marocco che hanno riportato in Italia la manodopera specializzata da impiegare nei campi. Il primo...

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Sono atterrati all’aeroporto di Pescara i primi due voli provenienti dal Marocco che hanno riportato in Italia la manodopera specializzata da impiegare nei campi. Il primo dei tre voli previsti dal corridoio internazionale verde ha restituito ad oltre 40 aziende del Fucino e una del Veneto 124 braccianti esperti, ma anche addetti all’organizzazione delle raccolte. Oggi sono arrivati altri 124 lavoratori e altri ancora sono attesi la prossima settimana.


Nel più grande centro di produzione e raccolta di ortaggi d’Italia, la piana del Fucino, lavorano 8 mila persone, di queste un terzo è italiano, mentre gli altri provengono dal Marocco e dai Paesi dell’Est Europa. Attualmente ne mancano all’appello circa 3 mila, che scenderanno a quota 2 mila e 500 con questi 5 voli previsti dal Marocco per le prossime settimane. «Si tratta - spiega il direttore di Confagricoltura, Stefano Fabrizi - di lavoratori altamente specializzati nella coltivazione e nella raccolta degli ortaggi, che da marzo fino a novembre, sono impiegati regolarmente nelle aziende della Marsica da decenni. Purtroppo con il lockdown è stato impedito loro di tornare in Italia e questo ha comportato uno stravolgimento nelle nostre coltivazioni: molte aziende hanno seminato meno ortaggi e altre hanno riconvertito le loro produzioni, privilegiando carote e patate, che possono essere raccolte con le macchine, a finocchi, cavoli, spinaci e altri ortaggi a foglia verde, che vanno tassativamente raccolti a mano».


Da qualche settimana è già partita la raccolta degli spinaci e il loro ritorno è prezioso. I braccianti magrebini avranno inoltre il compito di formare i novizi e tra loro ci sono una cinquantina di italiani rimasti senza lavoro. Sanificati e controllati bagagli, passaporti, sbrigate le procedure doganali, i 124 braccianti sono stati sottoposti ai controlli sanitari. Tutto si è svolto senza intoppi e nel rispetto delle rigide regole. I marocchini e erano un po’ stanchi, ma felici di ritornare a lavorare in Abruzzo, come confermano loro stessi. C’è chi lavora a Trasacco da 13 anni, chi ad Ortucchio da 15 e anche uno che da 20 anni sta a Luco dei Marsi, dove presto attende l’attivo dei famigliari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero