Pd, un congresso formato tessera
"Ma niente club né bocciofile"

Pd, un congresso formato tessera "Ma niente club né bocciofile"
di Simone Canettieri
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Giovedì 7 Novembre 2013, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 12:20

VITERBO - Allora, Andrea Egidi dice che il Pd non un club, e senza volerlo il confermato segretario provinciale democrat cita Marx, Groucho Marx, quando spiegava che non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me.

E il governatore Nicola Zingaretti, special guest della serata, aggiunge che no, il Pd non deve essere nemmeno una bocciofila, al contrario di quanto sosteneva l’ex capo della ditta Pierluigi Bersani. E allora qual il mood del Pd uscito fuori ieri pomeriggio dai vapori delle Terme dei Papi nell’ultimo atto del congresso provinciale?

Un partito pi largo e pi grosso, afferma sicuro Egidi durante una relazione vecchio stampo, di quelle che partono dai temi nazionali, toccano l’Europa, e a cascata scendono sulla Regione, la Tuscia e il Comune capoluogo (collezionando applausi un po’ con il contagocce).

D’altronde sono tempi un po’ cos per il Pd. In sala i centotrenta delegati usciti fuori dai 58 circoli territoriali. Et media alta, giovani pochi e ben mimetizzati tra capelli bianchi e fronti spaziose. Non c’ un sussulto, tutto deciso: nella Tuscia ha stravinto Egidi (74%) contro il renziano Alessio Trani. La vicesegretaria sar Manuela Benedetti, insegnante precaria trentenne, il ruolo di presidente andr a calzare ancora una volta sulle grosse spalle di Aldo Fabbrini, consigliere comunale, fioroniano della prima ora, al punto da collezionare spillette con lo scudo crociato. Anche perch, giusto per essere ripetitivi, Egidi il frutto di un accordo tra i big del Pd: Giuseppe Fioroni, Ugo Sposetti ed Enrico Panunzi. I primi due non ci sono, ma sono adeguatamente rappresentati. Per il baffo d’acciaio c’ il deputato Alessandro Mazzoli, per l’ex ministro una pletora di amministratori di Palazzo dei Priori all’apparenza poco interessati all’evento che somiglia molto a una liturgia, si lascia sfuggire qualcuno di questi. Ci sono invece Panunzi e il collega della Pisana Riccardo Valentini, ambasciatori di Zingaretti, di gran lunga il pi applaudito, perch rimango un animale politico: e ora dobbiamo dare risposte alla collettivit.

Siccome il Pd per la prima volta governa la destrissima Viterbo il sindaco Leonardo Michelini, che civico, diventa a suo modo un simbolo. Questo partito - ammonisce da buon terzista - non si deve dividere pi, con me siamo riusciti a centrare un risultato storico allargandoci a sinistra ma anche a destra. L’unico sussulto arriva quando il sindaco ritorna sulla questione del registro delle coppie di fatto: Dividerci in momenti di crisi – spiega Michelini – su questioni come le coppie di fatto, non va bene. Non servono battaglie pro o contro, le battaglie facciamole su valori che abbiamo in comune e su cui crediamo, facciamole per obiettivi, su punti di congiunzione. Dopo Egidi ribatter ma sono dettagli in un pomeriggio che in fin dei conti di storico ha poco. Fotografa un Pd, in formato tessera (3.278 quelle staccate), a forte trazione Gianni Cuperlo. Con i renziani ridotti a riserva indiana alle prese con qualche magagna interna su chi nominare in direzione (10 nomi su 40, quasi tutti di Viterbo e la cosa non va gi al resto della provincia). Qui, in quello che per l’immaginario collettivo rimane l’apparato, Matteo Renzi l’uomo solo al comando, da nominare il meno possibile. Eppure tra un mese, l’otto dicembre, i piatti della bilancia potrebbero ribaltarsi. Ma quella sar un’altra storia, e forse un altro Pd.

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