​Fallimento della Aquilanti spa, patteggia la pena il titolare della società

Fallimento della Aquilanti spa, patteggia la pena il titolare della società
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 1 Giugno 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Fallimento della Aquilanti spa, patteggia la pena il titolare della società. Si è chiusa davanti al gip del Tribunale di Viterbo la fase penale di una vicenda complessa che ha portato alla chiusura di una delle aziende più importanti della provincia di Viterbo. Il titolare Antonio Aquilanti ha patteggiato due anni e due mesi per bancarotta, non luogo a procedere per il figlio Alfredo che aveva tentato di risollevare le sorti della società.

La Aquilanti SpA, azienda storica viterbese nel settore delle forniture termoidrauliche per l’edilizia, fino a pochi anni fa era presente con i propri punti vendita in molte città del centro Italia. Centinaia di dipendenti e forniture di materiali che raggiungevano gran parte del territorio. Ma il flusso di entrate e uscite, circa 5 anni fa, ha iniziato a interrompersi portando la società in un vicolo cieco. E nonostante il tentativo di salvataggio e rilancio con nuove quote societarie la società a luglio dello scorso anno è stata dichiarata fallita.

Con sentenza dell’8 luglio, infatti, il Tribunale ha dichiarato il fallimento della Aquilanti spa, previa risoluzione del concordato preventivo omologato all’inizio del 2021 e senza predisporre l’esercizio provvisorio dell’impresa. Inoltre, le banche da cui si attendevano prestiti per il rilancio della società si sono fatte indietro. Nel documento redatto dal curatore fallimentare, si legge che «l’andamento dell’impresa già in sede di concordato ha evidenziato una gestione in costante perdita di esercizio, né sono emerse allo stato prospettive per una cessione unitaria dell’azienda».

Sul fronte occupazionale, «le motivazioni che hanno condotto alla dichiarazione di fallimento non consentono di valutare o percorrere soluzioni alternative alla risoluzione del rapporto di lavoro» che ha riguardato la quasi totalità del personale della società.

Durante il periodo della crisi furono circa 300 i dipendenti che persero il posto di lavoro. Posto di lavoro perso tra l’incertezza del futuro e ventilate ipotesi di rilancio. L’ipotesi più concreta fu quella del 2021 quando la Holding Revolution e Gruppo Paolini entrarono nella compagine societaria col chiaro intento di riportare la società a respirare. Ma dopo aver preso coscienza della reale situazione gettarono la spugna. «Nonostante le risorse impiegate, nonostante l’impegno profuso - scrissero in una nota Holding Revolution e Gruppo Paolini - abbiamo ereditato una situazione pregressa pesante ed è venuta a mancare da parte degli stakeholder quella fiducia che va oltre le risorse economiche». Con il patteggiamento di lunedì mattina si è chiuso il procedimento penale, ma resta ancora in piedi quello civile per i risarcimenti dei creditori della società.

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