Fallimento della Aquilanti, la rabbia dei lavoratori: "Accolti dai sigilli, nessuno ci ha avvertiti"

I sigilli alla Aquilanti
di Federica Lupino
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Martedì 30 Agosto 2022, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 19:32

“Per noi un grande dolore. Stiamo ancora cercando di elaborare il lutto”. Perché per i superstiti di questo si è trattato: di una grave perdita. “Quando l’11 luglio siamo andati al lavoro, come sempre alle 8,20 di ogni lunedì, abbiamo trovato i sigilli. L’8 luglio era stato dichiarato il fallimento. Nessuno, né dei vecchi né dei nuovi soci si è nemmeno degnato di avvertirci”, è il racconto amaro di Tiziana Pagnanelli, una dei 33 dipendenti che non hanno mollato la Aquilanti.

Fino alla fine, perché di questo si tratta: ieri il curatore fallimentare ha ufficializzato che 30 dei 33 lavoratori ancora in forze saranno licenziati già entro questa settimana (tre, invece, resteranno per il disbrigo degli affari necessari alla chiusura definitiva decretata dal tribunale). Si tratta, appunto, dei soli rimasti rispetto ai 239 contrattualizzati appena quattro anni fa.

“Diciamo che i più giovani – racconta Pagnanelli – sono riusciti a trovare alternative. Siamo tutti altamente professionalizzati ma per noi più anziani è difficile”. Lei, che nel 1987 ha iniziato a lavorare per la società un tempo leader nel settore delle forniture termoidrauliche per l’edilizia, è più dura ricollocarsi: “Ho provato, così come chi è qui da 25 o 30 anni. Ma mi sono sentita dire che a 57 anni sono troppo vecchia per essere assunta”, racconta. 
Ma l’amarezza più grande resta il trattamento ricevuto. “Sapevamo che le cose non andavano ma ci ferisce di più l’assoluta mancanza di rispetto, cortesia, educazione dei vertici che non ci hanno comunicato nulla, nemmeno di non essersi opposti al fallimento.

E pensare che a fine maggio hanno pubblicamente presentato l’ingresso dei nuovi soci, millantando un piano industriale di rilancio che mai si è concretizzato”, dichiara. Adesso con i colleghi attende la lettera di licenziamento. In ballo però ci sono anche i pregressi: la 13esima, la 14esima e le ferie del 2018; le mensilità di novembre e dicembre del 2021; giugno e i primi giorni di luglio del 2022. 

“Il fallimento di Aquilanti – commentano Donatella Ayala e Guido Calà, rispettivamente segretario della Filcams-Cgil e della Fisascat-Cisl – è un duro colpo per l’economia locale, epilogo di scelte aziendali errate di cui stanno facendo le spese i dipendenti. Nel giro di pochi anni, il territorio ha perso oltre 200 posti di lavoro. Ora verranno licenziati lavoratori che da oltre 30 anni prestavano servizio. Madri e padri di famiglia che aiuteremo a ottenere tutte le spettanze e assisteremo nel cercare un nuovo impiego”.

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