Maresciallo assenteista alla Provincia di Perugia, nei guai chi lo ha coperto. Procedimento disciplinare per i due colleghi in servizio con lui

Trucco sul cartellino per risultare presente. Per la Procura la truffa pari a 5 ore di lavoro

Il comando della polizia provinciale a Perugia
di Luca Benedetti
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Venerdì 14 Aprile 2023, 10:20 - Ultimo aggiornamento: 11:54

Se per la Procura della Repubblica il maresciallo maggiore che è finito nell’inchiesta per assenteismo è l’unico che dovrà rispondere penalmente del sopralluogo per la caccia durante l’orario di lavoro, per la Provincia c’è il sospetto che possa essere stato coperto dai colleghi con cui era uscito in servizio il 2 maggio dello scorso anno. Due parigrado per cui la Provincia di Perugia, come chiaramente spiegato dalla presidente Stefania Proietti in consiglio l’altro pomeriggio, ha avviato un procedimento disciplinare. Procedimento che fa il paio con quello del maresciallo maggiore che il 16 maggio comparirà davanti al Giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere se rinviarlo a giudizio o meno come ha chiesto la Procura guidata da Raffaele Cantone.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, dopo gli accertamenti della stessa polizia provinciale che sulla vicenda è intervenuta praticamente in flagranza e poi ha ascoltato diversi testimoni, il maresciallo maggiore Marco Cassetta avrebbe «inserito nel cartellino il codice identificativo “72” corrispondente all’uscita di servizio». Così facendo, sempre secondo un’accusa tutta da dimostrare, ha «attestato falsamente di aver svolto regolarmente e con continuità l’attività di servizio esterno dalle ore 7:30 alle ore 12:30 mentre, in realtà, si allontanava ingiustificatamente dall’ufficio per svolgere incombenze di carattere personale, ossia nell’andare a visionare un terreno, ubicato dei pressi del comune di San Venanzo, per costruirvi un capanno da caccia». Insomma, invece che andare negli uffici di Pantalla con i colleghi, il maresciallo maggiore finito nella bufera, se ne sarebbe andato qualche chilometro più avanti per visionare un terreno buono per piazzarvi un capanno per gli appostamenti. E tutto sarebbe stato scoperto dal fatto che il sottufficiale della polizia provinciale avrebbe perso il telefonino nella zona del sopralluogo. E la chiamata in Provincia di chi stava con lui, ignaro di tutto, per far ritrovare il telefonino, avrebbe ha fatto scoprire quello che al momento la Procura ha cristallizzato come un caso di assenteismo.
La Procura, nell’ipotizzare la truffa per il comportamento del maresciallo maggiore, ha fatto anche il conto, nel secondo capo d’imputazione, di quanto è costato il raggiro dell’assisto dell’avvocato Lino Ciaccio. «Con artifizi e raggiri- si legge nella richiesta di rinvio a giudizio-inducendo in errore l’amministrazione pubblica di appartenenza che, provvedeva al pagamento di ore di servizio non regolarmente svolte, si procurava l’ingiusto profitto di 93,10 euro, pari all’ammontare della retribuzione comprensiva dell’indennità di turno e di servizio, con conseguente danno per l’amministrazione dello Stato».

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