Perugia, assenteista per la caccia: indagato maresciallo della polizia provinciale

La Procura ha chiesto il processo. L'uomo scoperto perché ha perso il telefonino

La sede della polizia provinciale a Perugia
di Luca Benedetti
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Giovedì 13 Aprile 2023, 06:30
Un maresciallo della polizia provinciale rischia di finire a processo con l’accusa di truffa e falsa attestazione della presenza in servizio. L’accusa, tutta da dimostrare, l’ha ipotizzata un’indagine dei suoi stessi colleghi un anno fa. Il 2 maggio 2022, il maresciallo dopo aver timbrato, invece di andare con due colleghi a fare servizio a Todi, si sarebbe allungato fino alla provincia di Terni per fare altro. Dopo è stato scoperto che avrebbe effettuato un sopralluogo, con una persona che conosceva, sopralluogo per motivi di caccia. La vicenda è stata scoperta perché l’uomo aveva perso il telefonino durante l’uscita non autorizzata. Chi era con lui, conoscendo il tipo di lavoro che faceva, chiamò la Provinciale dicendo di aver trovato il telefonino. Il sospetto che qualche cosa non andava è subito balenato (il fatto sarebbe stato, di fatto, scoperto in flagranza) anche ai suoi superiori. Da lì l’avvio di un ulteriore accertamento della stessa polizia provinciale che ha fatto partire l’esposto in Procura nei confronti del sottufficiale che avrà modo di spiegare la propria condotta nell’udienza davanti al Gup martedì 16 maggio, data fissata dal giudice Natalia Giubilei.
LE MOSSE DELL’ENTE
Sulla vicenda si è mossa la Lega di Assisi che ha polemizzato con la presidente Stefania Proietti dicendo che da sindaco di Assisi usa un peso e da presidente della Provincia un altro nel perseguire gli assenteisti (ad Assisi c’è stato un licenziamento). La Lega di Assisi ha preso spunto da una interrogazione presentata dal consigliere provinciale leghista Giovanni Dominici aprendo il fronte di eventuali provvedimenti disciplinari e segnalazione alla Corte dei Conti.
Ieri pomeriggio la presidente Proietti ha affrontato il tema, di fatto rispondendo all’interrogazione, all’inizio della seduta del consiglio provinciale durante le comunicazioni.
PROCEDIMENTI DISCIPLINARI
Proietti ha spiegato. Innanzitutto ha confermato il fatto pur non entrando nei dettagli della vicenda. Ma ha anche sottolineato come non sia vero che la Provincia se ne sia stata con le mani in mano. Separando le peculiarità d’intervento dell’organo tecnico, l’Ufficio procedimenti disciplinari, da quello politico. Ha citato date, numeri di protocollo e i rapporti con il tribunale. Di fatto il procedimento disciplinare nei confronti del maresciallo accusato di essere infedele, è stato avviato il 28 marzo una volta che dal tribunale (il 27) sono arrivate tutte le carte del procedimento in cui la Provincia è parte offesa. Nel sottolineare come ci siano state le mosse per colpire l’illecito e difendere l’onorabilità dell’ente che opera nella massima trasparenza, la presidente Proietti ha confermato non solo l’apertura del procedimento disciplinare nei confronti del maresciallo indagato, ma anche nei confronti dei suoi compagni di turno che potrebbero essere coinvolti a vario titolo nella vicenda. La presidente ha annunciato che in base alle risultanze di procedimento penale e di quello disciplinare, la Provincia si muoverà, se vengono riscontrati comportamenti illeciti, fino al licenziamento. 
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