Nathalie: «Con Freemotion denuncio lo sfruttamento delle risorse naturali. Caso Morgan a X Factor? Perso il focus sulla musica»

È uscito l'album «Freemotion» della cantautrice Nathalie, ex vincitrice di X Factor. «Un inno alla libertà e alla fusione con la natura» dice in un'intervista a Il Messaggero. E su Sanremo rivela: «Mi piacerebbe tornare, magari con Elio»

La cantautrice Nathalie con il suo camper ecosostenibile ha girato per l'Italia e registrato all'aria aperta il suo ultimo album "Freemotion"
di Giacomo Andreoli
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Venerdì 12 Gennaio 2024, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 15:36

«Ho voluto fare un disco che fosse un discorso interiore e sociale sulla natura e la libertà: per dare importanza all'ambiente di cui siamo parte e denunciare lo sfruttamento elevato delle risorse del Pianeta. Il caso Morgan a X Factor? Non entro nella querelle, ma dico che si è perso il focus sui ragazzi e la loro bella musica». Nathalie, 44 anni, cantautrice rock e intimista, oltre che vincitrice di X Factor nel 2010, racconta così a Il Messaggero il suo "Freemotion", già anticipato in un colloquio con il nostro giornale a fine 2021. È il quarto album della sua carriera, appena uscito. Un progetto particolare, nato da un'esperienza di vita quotidiana e musicale in camper in giro per l'Italia, subito dopo la prima ondata di Covid-19 dell'inizio del 2020.

L'album, con dieci tracce e anticipato già da quattro singoli, è stato pubblicato l'altroieri, 10 gennaio, in formato digitale. Ora si attendono cd e vinili, che saranno spediti direttamente ai fan. Il progetto, all'inizio chiamato "Camper Diem", è stato infatti finanziato da un crowdfunding per raccogliere i fondi necessari a registrare e sponsorizzare il disco. Senza il supporto di alcuna casa discografica, insomma, dopo le passate divergenze con la major Sony e, secondo Nathalie, «per essere del tutto libera dal punto di vista artistico, in coerenza con il senso dell'album».

Il camper che ha acquistato nel 2020 è stato trasformato in uno studio di registrazione ecosostenibile (con tanto di pannelli solari). Tutte le tracce sono state quindi registrate all'aria aperta, inserendo anche alcuni suoni naturali: dagli uccelli che cantano al rumore della pioggia.

Tre anni e mezzo di lavoro e un crowdfunding con i tuoi fan con quasi 7mila euro raccolti. Dopo aver pubblicato "Into The Flow" (con l'etichetta Believe) nel 2018, torni con un nuovo album per esaltare la libertà in fusione con la natura e contro lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali da parte dell'Umanità. Ci spieghi il senso delle tracce?

«È un lavoro che nasce in un tempo lungo per questioni artistiche e tecniche. Mi sono presa il tempo di cui avevo bisogno, perché ho dovuto seguire i ritmi naturali e volevo che il progetto mantenesse una filosofia coerente. La registrazione in camper, con l'energia solare e i suoi tempi di ricarica, è stata complessa, ma anche meravigliosa.

Una prova continua, la definirei, tra intemperie e suoni inattesi. Ma alcune sonorità ambientali, come cicale, pioggia e uccellini le ho tenute negli arrangiamenti finali. Certo quando la pioggia era  troppo forte, come quando stavo registrando "Respirando", ho dovuto interrompere le operazioni (ride ndr)».

Nathalie e il suo camper con cui ha girato l'Italia per registrare l'album "Freemotion"

Hai citato una traccia, ci spieghi il senso di quelle più importanti?

«Ne avevo varie, ho dovuto selezionarle con cura. Ad esempio le versioni in inglese di "Arcobaleno" o "Una canzone per noi", già uscite, non sono entrate nella lista finale. In generale ho voluto fare un disco che fosse un discorso interiore e sociale sulla natura e la libertà: per dare importanza all'ambiente di cui siamo parte e denunciare lo sfruttamento elevato delle risorse del Pianeta. "Arcobaleno" è la partenza dalla città quando abbiamo avuto modo di andare di nuovo in giro e sentirci sicuri dopo la pandemia. Il bisogno di stare all'aria aperta e riscoprire il rapporto con gli altri, un po' la canzone manifesto dell'album.

Poi "Una canzone per noi" è l'inno all'umanità, una valorizzazione del contatto tra le persone, mentre "I just wanna be free" è una riflessione sull'abuso di potere sull'ambiente, come nella foresta amazzonica, con la crisi ambientale che in generale si intreccia a quella sociale e con la questione delle disuguaglianze. Ma la canzone a cui tengo di più è "Respirando", che parla di respiro come atto fondamentale dell'esistenza e della consapevolezza di sé, che abbiamo imparato ad apprezzare nel periodo Covid. Nel testo parlo anche della talvolta esagerata cementificazione nelle città».

Quanto sono stati importanti i tuoi sostenitori per realizzare l'album?

«Direi fondamentali, visti gli sforzi notevoli per un progetto del genere. I fan hanno dato il là al tutto e sono stata onorata della fiducia del mio pubblico, ma anche di persone che mi hanno sostenuta perché condividevano la filosofia del progetto, fondato sulla sostenibilità. Avere il loro sostegno è stato molto importante per dire che stavo facendo la cosa giusta con questo progetto un po' folle. In tutto ciò aggiungo che la pandemia mi ha sì bloccato, ma mi ha anche permesso di riflettere sui temi che sono al centro dell'album. Paradossalmente è arrivata al momento perfetto, o almeno mi piace pensarla così».

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Lavorare senza una casa discografica ti ha aiutato ad essere più libera o è stato un limite?

«Non dico sia stato facile e, per carità, le ragioni commerciali e di mercato le capisco. Però per me ora sarebbero state limitanti: ho scelto una strada più indipendente e questo mi ha permesso di fare scelte personali, con le dovute responsabilità, curando la produzione artistica e dirigendo il tutto in modo coerente con il messaggio che volevo trasmettere. Sono stata del tutto libera dal punto di vista artistico e gestionale».

L'album è uscito in formato digitale, quando arriveranno cd e vinili fisici? Ci sarà un tour?

«Per l'invio dei cd a chi li ha prenotati sarà questione di giorni. Per i vinili ci vorrà più tempo, ma solo per ragioni tecniche. Ci sarà un tour: inizierò da Roma il 25 gennaio e poi pubblicherò sui miei profili social le altre date, che sono in in via di definizione».

Anche se te lo chiederanno tutti, la domanda è d'obbligo: hai visto l'ultima edizione di X Factor? Cosa ne pensi del caso Morgan e della sua esclusione?

«Sono sincera: quest'anno non l'ho guardato, perché ero concentrata sull'ultimare l'album e ho dovuto risolvere delle questioni personali. Ovviamente però ho letto. Non entro nella querelle tra Sky e Morgan perché non ne so abbastanza. Quello che dico è che mi dispiace che si sia perso il focus sui ragazzi, sulla loro bella musica e la loro bella voce. Ciò che conta più di tutto è quello che hanno da dire i concorrenti e questa vicenda, obiettivamente e a prescindere da chi abbia ragione, credo abbia offuscato l'attenzione su chi mette tutto sé stesso per giocarsi un'occasione importante. So per esperienza quanto lo sia».

Nathalie con la sua chitarra

Ultima curiosità, visto che nel 2011 hai partecipato a Sanremo con il brano "Vivo Sospesa": vorresti tornarci ora, magari in duetto con qualcuno (dopo collaborazioni importanti come quelle con Skin, Raf e Battiato)?

«Sì, mi piacerebbe tornare. Lo scorso anno ho provato proprio con il brano "Respirando", ma non è andata. Per un eventuale duetto avrei due sogni: il primo sarebbe cantare con Elio e le Storie Tese. Elio è stato il mio mentore a X Factor ed esibirmi con loro sarebbe un onore: sono musicisti straordinari. Altrettanto sognerei un duetto con i Marlene Kuntz, che anni fa hanno aiutato a sfondare il muro della musica indipendente che non andava a Sanremo. Sono sempre stati autentici, un vero esempio per me».

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