Suonano il metal e portano il velo: le Voice of Baceprot sfidano i tabù

Indonesiane, tra i 21 e i 23 anni, sono di fede musulmana e cantano la libertà delle donne. Nel 2014 il primo brano, “School Revolution"

La cantante e chitarrista delle Voice of Baceprot, Firda Marsya Kurnia, 23 anni, la bassista Widi Rahmawati, 21, e la batterista Euis Siti Aisyah, 23
di Mattia Marzi
3 Minuti di Lettura
Domenica 28 Aprile 2024, 08:00
Il loro canale YouTube conta oltre 27 milioni di visualizzazioni e oltre 350 mila iscritti. Il video in cui suonano Enter Sandman dei Metallica nell’ultimo anno ha fatto il giro del mondo, totalizzando 5,8 milioni di visualizzazioni. Del resto, chi l’aveva mai vista una band heavy metal tutta al femminile indonesiana le cui componenti sono di religione islamica e indossano il velo? Loro sono le Voice of Baceprot (letteralmente: “la voce del rumore”), hanno tra i 21 e i 23 anni e dopo aver conquistato e diviso il pubblico asiatico con le loro canzoni incentrate su temi come l’emancipazione femminile e il pacifismo si preparano ora a un lancio anche in Occidente. Tra i loro fan hanno già giganti del rock come Flea e Tom Morello. Il bassista dei Red Hot Chili Peppers ha rilanciato sui social un video di un loro show e si è detto «elettrizzato dall’idea di vederle dal vivo». Il chitarrista dei Rage Against The Machine invece ha detto che il loro successo «testimonia il potere del rock and roll, che supera le etichette di genere e di religione». 
LE FAMIGLIE
Il New York Times ha già incoronato Firda Marsya Kurnia (voce e chitarra), Euis Siti Aisah (batteria) e Widi Rahmawati (basso) come le voci più interessanti del girl power, così come viene indicato il movimento che celebra la forza delle donne. «I miei genitori mi dicevano che leggere era inutile, figuriamoci suonare. Dissero che una volta sposata, il mio futuro marito non mi avrebbe consentito di leggere libri, ma solo di cucinare o pulire casa», dice Firda, la frontwoman. Le tre ragazze si sono conosciute nel 2014 dietro ai banchi della scuola che frequentavano a West Java, una delle zone più rurali di uno dei paesi più musulmani al mondo come l’Indonesia. 
LE CANZONI
Hanno scoperto il metal per caso, sbirciando nel computer del loro insegnante di recitazione: «Siamo rimaste affascinate dalle canzoni, in particolare da Toxicity dei System Of A Dawn. Ci siamo dette: “Questa è una boccata d’aria fresca”», raccontano. Nel 2014 il loro nome cominciò a circolare in rete dopo che le tre ragazze pubblicarono una canzone intitolata School Revolution, in cui invitavano le coetanee a opporsi alle regole e a seguire i loro sogni. Così cominciarono i guai. Non solo perché il preside della scuola le espulse. In un paese in cui quasi il 90% della popolazione pratica l’Islam, come l’Indonesia, le tre si sono ritrovate a ricevere minacce di morte da parte degli ultraconservatori. Non si sono fermate. Oggi l’ex insegnante, vero nome Ezra, soprannome Abah (nella lingua sundanese significa “padre”), è il loro manager. 
IL CORAGGIO
Nell’album d’esordio Retas, uscito lo scorso anno, cantato anche in inglese, c’è una canzone intitolata PMS nella quale dicono: «Non sono vergine come la Vergine Maria, io sono completamente libera». L’anno scorso hanno ricevuto l’equivalente indonesiamo dei Grammy come Miglior gruppo rock. Su Instagram, dove le seguono 220 mila follower, rivendicano il loro coraggio, raccontando di aver perso amici e di aver visto pure le rispettive famiglie voltargli le spalle: «Ma niente ci ha fermato». Una favola a lieto fine. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA