«Sostenere che gli italiani siano tutti razzisti - spiega ‘o Zulù - è una generalizzazione oltre che un messaggio sbagliato. Questo non è il paese reale, anche se è certamente il risultato di investimenti sempre minori sulla scolarizzazione e della mancata educazione familiare verso valori come la tolleranza e il rispetto. L’attuale propensione al razzismo risponde a una percezione amplificata dai social network». Così l’artista napoletano canta che mentre la realtà ci consegna «traffico ai confini per la fuga dei cervelli, traffico di armi, droga, denaro e gioielli, di informazione, di organi e schiavi che intasano i caselli» l’italiano medio è stretto nella scelta del se «viene prima un bambino italiano o un rimbambito padano». L’incipit del video, curato da InColore con la regia di Gianluigi Sorrentino, rimanda a un’altra citazione cinematografica, “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, dove il dialogo tra Vincent, Jules e Marvin viene rimodulato su una discussione sull’uso della rete.
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