Una Street Parade inaugura il Festival Verdi e poi Attila, Macbeth, Battaglia di Legnano e Un ballo in maschera. E a sorpresa anche Monteverdi e Nono

Tra le novità della prossima edizione del Festival Verdi, appena presentata, una sezione intitolata Ramificazioni che, con concerti e performance, traccia percorsi tra Verdi, i compositori del passato e coloro che ne hanno raccolto l’eredità. Da Monteverdi a Šostakóvič, Schönberg e Nono

Un'immagine di Davide Forleo per il Verdi Off al Festival Verdi, a Parma e Busseto
di Simona Antonucci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Dicembre 2023, 21:23

Dalla monumentalità guerriera e giovanile di “Attila”, allo slancio risorgimentale della “Battaglia di Legnano”, per arrivare al Verdi sofisticato di “Un ballo in maschera” e “Macbeth”, quest’ultimo eseguito in francese, come avvenne al debutto parigino: potere e politica sono la trama e l’ordito con cui è stato tessuto il programma del Festival Verdi 2024, a Parma e Busseto, tra il 21 settembre e il 20 ottobre.

IL GALA

Inaugurazione con la Verdi Street Parade e poi quattro opere, insieme con la Messa da Requiem, il Gala Verdiano e la nuova sezione di concerti, installazioni, performance, intitolata Ramificazioni. È stato presentato, ieri, il calendario della prossima edizione della rassegna dedicata al compositore che allinea Macbeth in versione francese (26 settembre, 6, 13, 17 ottobre al Teatro Regio di Parma), La battaglia di Legnano (29 settembre, 4, 20 ottobre al Teatro Regio di Parma) e Un ballo in maschera (27, 28 settembre, 5, 12, 18 ottobre al Teatro Verdi di Busseto) in nuovi allestimenti con la regia di Pierre Audi, Daniele Menghini e Valentina Carrasco, diretti da Roberto Abbado, Fabio Biondi, Diego Ceretta. Attila in forma di concerto (3, 11 ottobre al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza) sarà diretto da Roberto Frizza. Per la Messa da Requiem (19 ottobre al Regio di Parma) salirà sul podio Francesco Lanzillotta, mentre per il Gala Verdiano (sempre al Regio di Parma il 10 ottobre), James Conlon.

GLI INTERPRETI

Tra gli interpreti, Riccardo Fassi, Lidia Fridman, Luciano Ganci, Mika Kares, Giorgi Manoshvili, Roberta Mantegna, Francesco Meli, George Petean , Michele Pertusi, Ernesto Petti, Marina Rebeka, Giovanni Sala, Luca Salsi, Fabio Sartori, Vladimir Stoyanov, Marta Torbidoni, Szilvia Vörös, insieme con i giovani talenti provenienti dall’Accademia Verdiana diretta da Francesco Izzo.

IL SOVRINTENDENTE MESSI

«Le opere in cartellone accendono un faro su un periodo creativo straordinariamente fecondo», dice Luciano Messi, Sovrintendente del Teatro Regio di Parma, «e su temi, potere e politica, così centrali nella produzione di Verdi.

A questa esplorazione concorre anche il Verdi Off e la nuova sezione Ramificazioni che, con concerti e performance, traccia percorsi tra Verdi, i compositori del passato e coloro che ne hanno raccolto l’eredità». Da Claudio Monteverdi a Dmítrij Šostakóvič, con un focus su Arnold Schönberg e Luigi Nono, nell’anno in cui ricorrono, rispettivamente, i 100 e i 150 anni dalla nascita, il programma di Ramificazioni delinea un percorso musicale e tematico attraverso i secoli, mettendo al centro proprio quei temi più cari al Maestro – potere, politica, aspirazione alla libertà – ed esplorandoli nelle loro connessioni con il presente.

IL DIRETTORE ARTISTICO ALESSIO VLAD

«Le opere di Giuseppe Verdi non ammettono letture univoche», spiega Alessio Vlad, direttore artistico del Festival Verdi, «troppi i riferimenti e troppo varie le prospettive per riuscire a isolare temi e significati entro parametri univoci. Tuttavia, nella costruzione del Festival, può essere utile individuare aspetti specifici nella produzione del Maestro per allargare l’orizzonte e disegnare nuove traiettorie. Verdi ha fatto propri argomenti universali, comuni a ogni epoca. Partendo da questo presupposto, abbiamo provato a tracciare un percorso che, con libertà e immaginazione, contribuisca a far emergere l’eredità tramandata e i legami con gli autori che lo hanno preceduto».

MONTEVERDI

La nuova sezione del Festival che inaugura quest’anno prende proprio spunto dal filo conduttore delle opere in cartellone: potere, politica, libertà. «Tra i molti autori che hanno toccato questi temi», conclude Vlad, «abbiamo quindi scelto di indagare i collegamenti con Luigi Nono e Arnold Schönberg, così come quelli con Claudio Monteverdi e Dmitrij Šostakóvič. La caleidoscopica successione di tempi e stili che così si tratteggia vuole incoraggiare a sperimentare itinerari inediti, assecondando il disvelarsi di nuove prospettive e dando vita a ramificazioni che, da una stessa radice, si protendono verso una molteplicità di letture»

© RIPRODUZIONE RISERVATA