«Fino a una decina di anni fa ci scandalizzavamo se i pazienti restavano su una barella del Dea per trentasei ore, adesso le attese durano anche giorni». E intanto le giornate scorrono nei pronto soccorso tra rabbia e rassegnazione. «Abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera al Prefetto chiedendo lumi su questa grave situazione oramai decennale che porta solo una scarsa tempestività “nelle cure” - continua Barone - un incremento degli errori e un prolungamento inutile dei tempi complessivi di permanenza in ospedale». E aggiunge: «Chiediamo una tutela della salute per gli utenti e per gli operatori oramai alla frutta per colpa di una organizzazione che secondo noi altera in modo rilevante la qualità del servizio erogato, contribuendo in questo modo ad una usura psico fisica degli operatori che oramai hanno in media 52 anni e, non ultimo, con queste problematiche irrisolte si delegittima il lavoro di molti professionisti della salute causa la non attivazione degli interventi necessari per una risoluzione duratura del problema mezzi 118 bloccati in attesa di una barella occupata e in generale del sovraffollamento nei pronto soccorso».
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