Nuova beffa per il tram 8, l’annuncio di Atac:​ «Stop alle corse serali»

I mezzi non circoleranno dalle 21 a fine servizio per il rifacimento di viale Trastevere

Roma, nuova beffa per il tram 8: «Stop alle corse serali»
di Fernando M. Magliaro
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Lunedì 13 Novembre 2023, 23:58

«Stop alle corse serali del tram». L’annuncio è di Atac. Ci risiamo: l’8 chiude di nuovo. Da ieri notte, per tre o forse quattro settimane, la linea tranviaria che collega piazza Venezia con Casaletto si fermerà tutte le sere, ad esclusione del weekend, alle 21 fino a fine servizio. Per riaprire alle 5 della mattina successiva. In campo, come al solito quando c’è da tamponare l’inefficienza dei tram, Atac metterà in campo una decina dei tanto vituperati bus navetta, odiatissimi dalla lobby pro tram ma una salvezza di una città ripiegata su un mezzo di trasporto inefficiente già dalla metà del secolo scorso.

L’INTERVENTO

Questa volta, la causa dello stop notturno sono i lavori di rifacimento delle corsie laterali di viale Trastevere da piazza Ippolito Nievo a piazza Flavio Biondo, cioè a Stazione Trastevere. Ottocento metri circa di strada dove il dipartimento Lavori pubblici del Comune interverrà per ripulire e rimettere in sesto caditoie e “bocche di lupo” del sistema fognario, potare i platani e infine rifare l’asfalto ridotto a una lunga sequenza di buche grazie alle vibrazioni dei tram. Il tutto, come detto, con un cantiere previsto per le prossime tre o quattro settimane. Un cantiere che, in realtà, era previsto ad agosto ma che è slittato a causa del protrarsi dei lavori sui binari del tram.

CANTIERE ETERNO

Quindici mesi: tanto è durato il cantiere che ha portato, dopo un trentennio di esistenza della linea, alla sostituzione di 4,5 chilometri di binari pari a circa l’80 per cento dei 5,7 totali che compongono la linea. Inizialmente doveva durare 6 mesi, poi saliti a 9 e, infine, a 15. Una sostituzione che, però, non ha risolto i problemi esistenti e che sono intrinsecamente legati al tram come mezzo di trasporto in sé: lentezza, rumori, vibrazioni. Anzi: la velocità in alcuni tratti dove ci sono ancora i binari di trenta anni fa è scesa a 5 chilometri l’ora. Il passo d’uomo arriva a 6,5 chilometri l’ora. Sono i tratti di ponte Garibaldi e di via Botteghe Oscure. Mentre le vibrazioni e lo stridio sono rimasti un po’ ovunque ma soprattutto nella zona di Ponte Bianco sulla Gianicolense. E le lamentele dei cittadini sui social fioccano. Anche perché la linea è andata incontro a svariati stop.

UNO STOP DOPO L’ALTRO

L’ultimo stop all’8 è di pochi giorni fa: un albero crolla e si abbatte su un mezzo in movimento.

Era domenica 5 novembre. Ci sono volute più di 7 ore per far riprendere la circolazione con il mezzo danneggiato dall’albero rimasto immobilizzato in mezzo ai binari. E l’interrogativo non può che andare al progetto del Comune, spinto dalla lobby filotranviaria e dal suo coro di pseudo ambientalisti tanto cari a un certo mondo di sinistra, di realizzare una nuova tranvia da Termini al Vaticano e all’Aurelio, la Tva. Alcuni tratti di quest’opera vanno a creare delle interferenze con il sistema del soccorso e dell’emergenza pubblica: via Nazionale dove insite l’uscita dei mezzi dei vigili del fuoco e della Questura; via IV Novembre dov’è la sede della Prefettura di Roma e lungotevere in Sassia dove ha sede l’ospedale Santo Spirito che si occupa annualmente di 1.600 codici rossi. Uno stop - e non importa se causato da un albero come potrebbe avvenire sul lungotevere o da problemi di altra natura negli altri tratti - comprometterebbe tutto il sistema della mobilità impedendo alle ambulanze di accedere al pronto soccorso dell’ospedale e ai mezzi di polizia e pompieri di potersi muovere. Anche perché nel progetto il Campidoglio ha dimenticato di far elaborare simulazioni sugli effetti del traffico in situazioni di questo genere. Anche perché quello del 5 novembre è stato il quinto stop ai tram della linea 8 - non a caso soprannominata “ottovolante” con la feroce ironia tipica dei romani - che si sussegue da quando i mezzi hanno ricominciato a circolare, il 30 settembre scorso.

Il primo stop arrivò lo stesso giorno della ripartenza: dopo mezza giornata, il sistema di alimentazione di Atac, vecchio di mezzo secolo, andò in tilt. Vetture ferme e bus sostitutivi in campo fra Casaletto e stazione Trastevere. E ci vollero tre giorni di lavoro giorno e notte per riparare il guasto. 
Poi, il 17 ottobre: salta un binario, uno di quelli non sostituiti. Un tram rimane bloccato per un paio d’ore all’altezza dell’ospedale San Camillo: a differenza del Santo Spirito dove i binari saranno proprio accostati all’ingresso del pronto soccorso, qui almeno (come al Policlinico Umberto I) il tram passa a centro strada con lo spazio di manovra per le ambulanze. Ancora: 23 ottobre, semaforo pericolante, mezzi fermi a viale Trastevere. Due giorni dopo, ramo su un tram a via Arenula. Ora le strade da rifare. 

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