Una serie di esami di varia natura sono stati disposti dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Caterina Sgro per cercare di sciogliere i dubbi che ancora circondano la morte di Daniele Fulli e per stabilire la natura dei fori trovati sul suo corpo.
L'uomo, che faceva il parrucchiere, è morto per le ferite provocate quasi certamente da uno strumento appuntito, ferite che si trovano sul collo e all'inguine. Per il momento il magistrato procede per l'omicidio volontario e tra le ipotesi c'è anche quella che il delitto sia avvenuto in un luogo diverso da dove il cadavere è stato trovato cioè sul greto del Tevere sotto il ponte della Magliana. Insieme agli accertamenti tecnici il magistrato ha disposto anche interrogatori di congiunti e di amici della vittima. Confermato intanto che Fulli in passato ebbe un legame con il giovane gay che il 29 ottobre scorso si uccise.
«Il Gay Center, l'associazione di cui Daniele Fulli era uno dei volontari e la Gay Street, comunità che frequentava abitualmente, da domani affiggeranno nella Gay Street di via di San Giovanni in Laterano, a Roma, uno striscione 'Ciao Daniele, Vogliamo la verità.