Magliana, è omicidio: gay seviziato
e ucciso con uno strumento appuntito

Magliana, è omicidio: gay seviziato e ucciso con uno strumento appuntito
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Mercoledì 8 Gennaio 2014, 17:46 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 11:09

Una serie di esami di varia natura sono stati disposti dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Caterina Sgro per cercare di sciogliere i dubbi che ancora circondano la morte di Daniele Fulli e per stabilire la natura dei fori trovati sul suo corpo.

L'uomo, che faceva il parrucchiere, è morto per le ferite provocate quasi certamente da uno strumento appuntito, ferite che si trovano sul collo e all'inguine. Per il momento il magistrato procede per l'omicidio volontario e tra le ipotesi c'è anche quella che il delitto sia avvenuto in un luogo diverso da dove il cadavere è stato trovato cioè sul greto del Tevere sotto il ponte della Magliana. Insieme agli accertamenti tecnici il magistrato ha disposto anche interrogatori di congiunti e di amici della vittima. Confermato intanto che Fulli in passato ebbe un legame con il giovane gay che il 29 ottobre scorso si uccise.

«Il Gay Center, l'associazione di cui Daniele Fulli era uno dei volontari e la Gay Street, comunità che frequentava abitualmente, da domani affiggeranno nella Gay Street di via di San Giovanni in Laterano, a Roma, uno striscione 'Ciao Daniele, Vogliamo la verità.

I tuoi amici' dove chiunque potrà portare un fiore o una lettera per Daniele». Così il Gay Center in una nota. «È il nostro primo e immediato modo di ricordare tutti insieme Daniele - dice Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center - e chiedere che sul suo caso si faccia estrema chiarezza affinché la sua morte non rimanga senza verità e giustizia. Confidiamo nel lavoro di chi sta conducendo le indagini, in particolare vogliamo ricordare gli oltre 200 casi che dagli anni Novanta fino ai primi anni del duemila si sono susseguiti in Italia ed in particolare a Roma, molti dei quali ancora senza colpevole. In queste ore anche l'Oscad, osservatorio di Polizia e Carabinieri contro le discriminazioni istituito nel 2010, sta supportando le indagini. Siamo vicini alla famiglia di Daniele e a tutti coloro che gli volevano bene, noi eravamo tra quelli».

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