Gay ucciso, l'ultima confidenza di Daniele:
«Ho un fidanzato»

Gay ucciso, l'ultima confidenza di Daniele: «Ho un fidanzato»
di Maria Lombardi
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Venerdì 10 Gennaio 2014, 08:26
Della storia con Andrea qui si sapeva. Ho un fidanzato, Daniele l’aveva confidato anche agli amici del bar sotto casa, in via Pieve Fosciana, con quel sorriso leggero e svagato.

E chissà se era vero questa volta perché lui ne raccontava tante e spesso le stesse storie cambiavano da un giorno all’altro, ma era così divertente starlo a sentire, irresistibile il candore delle sue confessioni. «Si chiama Andrea», uno dei tanti nomi che adesso torna in mente dopo l’arresto, è il nome dell’assassino. Le confidenze di Daniele si erano fermate lì ma lui lasciava intendere che forse sì, stavolta era qualcosa di più o lui ci sperava, «mi piace molto».



Anche questo l’avevano sentito dire tante volte, gli amici di Daniele. Un quartiere intero perché alla Magliana tutti erano amici di Daniele, e non c’è chi non ne rattristi tra i palazzoni senza grazia, chi non abbia un sorriso e un saluto da ricordare, una storiella da raccontare. «Era un pane», un ragazzo in cura alla cooperativa sociale Magliana 80, a pochi passi da casa di Daniele, non trova parola migliore.



LA MADRE

L’avevano visto, negli ultimi giorni, in giro con Andrea. Lo conosceva anche la madre del parrucchiere perché lui l’aveva portato a casa e anche se era una storia di pochi giorni lui l’aveva già resa grande, ingigantita con le parole e la voglia di parlarne. La donna ha fatto il nome di Andrea anche ai carabinieri di Villa Bonelli quando ha presentato la denuncia per la scomparsa del figlio. Ha detto di una telefonata che lui aveva ricevuto alle quattro della notte precedente e lei si era chiesta con chi mai parlasse così a lungo Daniele. E ha raccontato anche di come il figlio «era cambiato negli ultimi mesi, era diventato strano, più chiuso», e forse c’entrava in questo ripiegarsi la morte di Simone, lo studente che si è suicidato lo scorso ottobre all’ex Pantanella, era stato un amore per Daniele.

Adesso la madre non si alza più dal letto e non vuole parlare nemmeno con le amiche del suo paese, Gesualdo provincia di Avellino. L’hanno cercata inutilmente anche le suore della chiesa di San Gregorio Magno a piazza Certaldo, a casa non risponde nessuno, lei si è trasferita dalla sorella alla Garbatella per non stare sola. «Tutti gli anziani e i bambini della Magliana sono disperati per la morte di Daniele», in chiesa non sanno ancora se i funerali si faranno lì o altrove. Appena vedeva qualcuno scendere dall’auto, il parrucchiere buono correva a chiedere se c’era bisogno di una mano per le buste della spesa. Prima di uscire da casa - dove vivevano lui e la madre, il padre è tornato in Puglia - suonava i campanelli di tutti i vicini: volete che porto giù i sacchi dell’immondizia? «Daniele che hai fatto oggi? E dai raccontaci». Lo fermavano al bar solo per ascoltarlo. Lui al centro con il telefonino in mano e tutti intorno, mostrava le foto dei suoi partner. E si rideva, Daniele per primo, mai nessuno che l’abbia preso in giro. «Ciao Daniele, vogliamo la verità», da ieri uno striscione del Gay Center lo ricorda in via San Giovanni in Laterano, la gay street.

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