Mafia Capitale, dalla raccolta delle foglie ai campi rom: le gare truccate a favore delle coop

Mafia Capitale, dalla raccolta delle foglie ai campi rom: le gare truccate a favore delle coop
di Valentina Errante
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Sabato 3 Dicembre 2016, 08:23
IL FOCUS
ROMA Dalla gara per il campo nomadi di Castel romano, alla gestione del Cara di Mineo. Poi gli appalti Ama, la raccolta delle foglie, quella differenziata del multimateriale e dell'organico, l'emergenza rifiuti del 2013, la gestione delle aree verdi. Si allunga l'elenco degli appalti comprati dalle coop con le tangenti. Tra le contestazioni della procura ci sono anche le trattative agevolate per consentire a Salvatore Buzzi di acquistare a prezzi di favore un pezzo del patrimonio immobiliare del Campidoglio, circostanze già emerse nel corso dell'inchiesta che adesso dovranno essere valutate dal giudice.

AMA
Le coop di Buzzi sarebbero riuscite a mettere le mani sull'appalto per la raccolta differenziata del materiale organico. Un bando del novembre 2011 aggiudicato poco più di un anno dopo. A rischiare il processo è Franco Cancelli che attraverso la sua coop Edera si sarebbe spartito gli incassi con Salvatore Buzzi. In cambio sarebbero stati assicurati alla Fondazione Nuova Italia, riconducibile all'ex ad della municipalazzata Franco Panzironi, 120mila euro, proprio da Buzzi e Cancelli. Sotto accusa anche l'appalto per la raccolta delle foglie (contestato a Giovanni Fiscon ex dg Ama) e soprattutto la mega commessa da oltre 5milioni di euro per la gestione dell'emergenza rifiuti a Roma del 2013, un appalto che prevedeva interventi soltanto per due mesi. In quel caso Buzzi, grazie a Fiscon avrebbe corretto l'offerta presentata, almeno secondo le contestazioni mosse dai pm all'ex ad. Per la raccolta differenziata del multimateriale, invece, le coop si sarebbero accordate prima di presentare le offerte grazie alle intese tra Buzzi e Fiscon.

IL VERDE PUBBLICO
Nei guai anche Rossana Calistri, componente della commissione che nel maggio 2013 ha affidato gli appalti per la manutenzione ordinaria del verde pubblico e delle ville storiche, un altro successo della Eriches 29 di Buzzi. Secondo i pm «collusioni preventive» avrebbero portato ad accordi sui vincitori dell'appalto. Ed è in questo contesto che Clelia Logorelli, dirigente preposto al settore verde di Eur spa, si sarebbe messa in tasca 2.500 euro al mese a più riprese. Un sorta di stipendio pagato da Buzzi «per la vendita della sua funzione e per il compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio». E gli affari nel verde pubblico riguardano anche le contestazioni all'ex capogruuppo del Pd in Campidoglio Francesco D'ausilio e il suo capo staff, Salvatore Nucera. Per la procura, avrebbero facilitato «sul piano politico istituzionale l'aggiudicazione delle procedure negoziate dal dipartimento Patrimonio e Ambiente». Buzzi avrebbe anche ottenuto da Nucera notizie riservate.

IL SOCIALE
A rischiare il processo c'è anche Stefano Venditti, all'epoca presidente della Lega coop del Lazio. In gioco una somma di oltre 7 milioni di euro stanziata dal Campidoglio per contrastare l'emergenza abitativa. Gli accordi avrebbero favorito le coop di Buzzi ma, dall'altra parte, la Lega coop avrebbe ottenuto da parte del ras delle cooperative l'acquisto di 14 appartamenti della società Deposito coop Roma San Lorenzo, salvata in extremis dal fallimento.
Negli atti che finiranno sulla scrivania del gup c'è anche il business dei campi rom. Alfredo Romani, funzionario dell'Ufficio immigrazione, avrebbe partecipato all'iter che, con una determinazione dirigenziale, scritta sotto dettatura, avrebbe affidato a Buzzi la bonifica del campo Cesare Lombroso.

 
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