Rieti, tetto dell'ex Seminario a rischio crollo: ci sono altre inagibilità

L'area dell'ex Seminario di Rieti
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 00:10

RIETI - Si allarga sempre di più il perimetro delle attività commerciali colpite dall’affossamento del tetto a via Pescheria, facente parte del complesso dell’ex Seminario, di proprietà della Diocesi di Rieti. Dopo la temporanea chiusura forzata del negozio di alta bigiotteria “Joriel Bio Gioielli” e dell’adiacente ufficio di segreteria della Pia Unione Sant’Antonio di Padova, è anche “Recuperandia” - l’emporio per la vendita del materiale di riuso donato alla Caritas Diocesana - a pagare lo scotto della lesione di una delle travi che sorreggono il tetto delle attività commerciali dislocate lungo via Pescheria.

Chiusa a metà. Ad evidenziare la pericolosa incurvatura del tetto verso l’interno, lasciando paventare il rischio di crollo a causa dello spezzamento di una delle travi è stato, venerdì scorso, l’immediato sopralluogo dei vigili del fuoco, effettuato subito dopo la segnalazione ricevuta dal titolare della bigiotteria, Alessandro Nulli. Una situazione che dall’agosto scorso costringeva “Joriel Bio Gioielli” a tamponare le perdite di acqua dal tetto utilizzando bacinelle e stracci e che venerdì – dopo giorni di pioggia e forte vento - ha avuto il suo epilogo finale, quando i vigili hanno interdetto l’uso del negozio e della segreteria della Pia Unione per evitare il rischio che un eventuale crollo possa coinvolgere personale e clienti all’interno delle due attività. 
L’affossamento del tetto ha però coinvolto anche circa metà degli spazi interni del negozio “Recuperandia”, situato all’angolo tra piazza Oberdan e via Pescheria, costretto a interdire l’accesso ai clienti alla seconda metà dei suoi locali – all’incirca, almeno una cinquantina di metri quadri - mediante l’uso di una fettuccia bianco-rossa, solitamente impiegata nei lavori di cantiere.
«Venerdì scorso, i vigili del fuoco hanno effettuato il sopralluogo - spiegano da “Recuperandia” - e ieri (lunedì, ndr) abbiamo trascorso la giornata a delimitare lo spazio del negozio che i vigili hanno spiegato non essere sicuro. Non abbiamo mai rilevato cedimenti o perdite di acqua nello spazio che siamo stati costretti ad interdire, ma i vigili del fuoco ci hanno spiegato che si tratta di una misura precauzionale alla quale dobbiamo attenerci per scongiurare ogni possibile rischio. È una situazione che ci ha colto tutti di sorpresa - concludono a “Recuperandia” - ma non possiamo agire diversamente. Ora siamo in attesa di ricevere risposte più precise dai prossimi sopralluoghi che verranno effettuati per verificare lo stato del tetto e gli interventi da compiere». 
Ad essere interessato dal pericolo provocato dall’affossamento del tetto è anche un quarto spazio commerciale, situato accanto alla segreteria della Pia Unione e un tempo sede di un’attività di vendita alimentare di kebab, oggi sfitto: in totale, sono quindi tre gli spazi interdetti del tutto al loro uso e un quarto - “Recuperandia” - soltanto per metà.

Pericolo scampato, invece, per tutti i restanti negozi dislocati lungo via Pescheria: questo perché le tre attività totalmente interdette ricadono sotto uno dei tre blocchi - quello centrale - nei quali è suddiviso il tetto sul lato di via Pescheria, mentre la profondità degli spazi di “Recuperandia” coincide, nella sua parte più interna, con la sezione danneggiata del tetto.

Il silenzio della Diocesi. Ieri, intanto, Il Messaggero ha provato a contattare la Diocesi di Rieti per chiedere ulteriori spiegazioni sullo stato di danneggiamento del tetto e sugli interventi da effettuare, che i vigili del fuoco hanno prescritto come urgenti. Ma, al momento, dall’ufficio tecnico non è arrivata alcuna risposta al riguardo. Staremo a vedere.

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