Il “Premio internazionale di Danza Città di Rieti” scalda i motori: il primo senza Piero Fasciolo

La danza al teatro Flavio Vespasiano di Rieti (foto d'Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Venerdì 12 Aprile 2024, 00:10

RIETI - Nessuno muore davvero, finché vive nel cuore di chi resta. Il direttore artistico del Premio internazionale di danza, Piero Fasciolo, se n’è andato improvvisamente il 21 dicembre scorso, colpito da un malore che non gli ha lasciato scampo, dopo l’infarto che lo aveva sorpreso a marzo, dal quale sembrava però essersi ripreso egregiamente. Ma è certo che, nella visione di Fasciolo - dopo aver dato vita a 32 anni di festival internazionale dedicato all’arte tersicorea - il Pid avrebbe dovuto proseguire anche senza di lui, per non cancellare il sogno a cui aveva dedicato tutta la sua vita, immaginandolo già dal 1979, quando entrò al teatro Flavio Vespasiano come istruttore direttivo. E così hanno fatto il coordinatore generale e quello artistico del Pid, la coppia di lavoro e di vita formata da Simone Lolli e Luna Ronchi, che - dopo 15 anni al fianco di Fasciolo - dal 25 al 28 aprile, sul palco del Flavio, rinnoveranno il sogno di Piero per la danza.

La ripartenza. A riprova che gli allievi hanno per ora pareggiato i conti con il maestro, c’è il numero dei danzatori iscritti quest’anno: oltre 500 ballerini da 13 nazioni che, insieme a tecnici e accompagnatori, in 4 giorni muoveranno tra centro storico e città almeno 700 persone, grazie al ritorno registrato dall’estero in virtù di sponsorizzazioni e collaborazioni avviate nelle edizioni precedenti. È questa l’eredità di Piero, che la città ha incaricato Simone e Luna di non disperdere: «Piero sembrava aver superato il malore che lo aveva colpito a marzo: non ci saremmo mai aspettati un epilogo così drammatico - raccontano Simone e Luna. - Al Pid di quest’anno avevamo però iniziato a lavorare, come di consueto, già da settembre, quando si era concluso il Rieti danza estate. Ed essendo insieme da 15 anni, ognuno di noi tre aveva già ben chiaro il proprio ruolo nella realizzazione del Pid: questo ci ha consentito di mantenere la barra dritta anche nel momento più difficile». Il solo saper fare può non essere sufficiente: «Dopo la scomparsa di Fasciolo, l’impegno delle istituzioni per il Pid si è fatto ancora più importante - sottolineano Lolli e Ronchi. - Comune di Rieti, Fondazione Varrone e la Flavio Vespasiano, Unindustria, Rotary e Lions club ci sono stati molto vicini. Piero oggi per noi rappresenta una grande mancanza affettiva - confidano i due coordinatori del Premio. - A darci forza è stato l’incoraggiamento della sua famiglia, che ha desiderato che fossimo noi due a portare avanti il Pid».

La scaletta. A ricordare Fasciolo, sarà già il gran gala di apertura di martedì 23 aprile, che da questo momento porterà il suo nome: «A Piero abbiamo conferito la presidenza onoraria del Pid - spiegano Ronchi e Lolli - e a lui sono intitolate anche le borse di studio per offrire premi in denaro e opportunità ai danzatori». A ricordare meglio di tutti Fasciolo, durante la cerimonia funebre del 22 dicembre, nella chiesa di Sant’Agostino, era stato don Roberto D’Ammando: «”La bellezza salverà il mondo” è l’insegnamento di Piero - lo aveva salutato don Roberto - che ha colto nell’arte la bellezza che può salvare il mondo». Adesso, grazie a Simone e Luna, il suo sogno può continuare.

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