Usa, due ragazzi di 17 e 18 anni uccisi a colpi di pistola la sera prima del diploma: è giallo sul movente

Usa, due ragazzi di 17 e 18 anni uccisi a colpi di pistola la sera prima del diploma: è giallo sul movente
di Federica Macagnone
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Mercoledì 7 Giugno 2017, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 17:59

È un giallo a tinte fosche quello che si è consumato lunedì sera a Montgomery, nel Maryland, negli Usa, dove Artem Ziberov, 18 anni, e Shadi Najjar, 17, sono stati trovati morti la sera prima della cerimonia di consegna dei diplomi.

Gli agenti sono stati contattati intorno alle 23 da alcune persone spaventate per aver udito una serie di colpi di pistola esplosi in strada: arrivati sul posto hanno trovato i due ragazzi all'interno di una vettura con ferite di arma da fuoco. Per loro non c'è stato nulla da fare e sono stati dichiarati morti sul posto. Gli omicidi sono avvenuti a poche ore dalla consegna dei diplomi alla Northwest High School di Germantown. «A tutti quelli che hanno conosciuto Artem e Shadi, vi chiedo di ricordarli e celebrarli - ha detto il presidente Jimmy D'Andrea durante la consegna degli attestati - Erano entrambi studenti eccellenti che hanno avuto un impatto positivo su coloro che hanno avuto il piacere di conoscerli. Ci mancheranno». D'Andrea, inoltre, ha ricordato Najjar come uno studente spontaneo, curioso e sempre pronto ad imparare, mentre ha parlato di Ziberov come di un boy scout di lunga data, membro della National Honor Society, che aveva intenzione di frequentare l'Università del Maryland.

 

Sconvolte le famiglie dei due ragazzi. «Dio possa punire chi ha fatto questo a mio figlio. Sono sicuro che la polizia troverà chi ha ucciso il mio ragazzo» ha detto Adi, il padre di Najjar, mentre stringeva in mano il cappellino del figlio. «Non ho idea del perché Artem fosse a Montgomery - ha detto il fratello - Vogliamo sapere la verità». Sotto choc anche gli amici dei due studenti. «Artem mi faceva sempre ridere - ha raccontato Samyukda Babu, 17 anni - Nessuno di loro meritava questa fine. Oggi dovevano essere qui con noi a festeggiare». Merien Abou Ghazaleh, 17 anni, ha ricordato di aver incontrato Najjar in una moschea cinque anni fa e da allora erano inseparabili: «Sono sotto choc. Non posso credere che sia successo veramente. Lui era per me come un fratello maggiore. Io e i suoi amici non rinunceremo mai a cercare giustizia e verità. Era un angelo e non meritava che la sua vita si interrompesse così presto».

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