Greta e Vanessa a casa: «Volevamo solo aiutare»

Greta e Vanessa a casa: «Volevamo solo aiutare»
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Domenica 18 Gennaio 2015, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 10:26

«Volevamo aiutare la popolazione, non siamo responsabili del rapimento». Queste le prime parole di Vanessa Marzullo dopo il ritorno a casa, ieri, a Verdello, nel bergamasco.

Dopo il ritorno a Roma e la deposizione davanti ai pm e ai carabinieri del Ros, Greta e Vanessa sono tornate alle rispettive case accompagnate da genitori e famiglia. Stanche ma felici di essere di ritorno. La cosa più difficile, dice Vanessa, è stare una senza l'altra. «Siamo state mano nella mano dal primo momento», racconta alla prima uscita da casa, questa mattina. Anche lei chiede scusa per il dolore causato e non ha intenzione di tornare in Siria per il momento. «Aiuteremo da qui. Ci dispiace ma non siamo responsabili del nostro rapimento. Grazie a chi ha lavorato per noi», spiega.

Greta, una volta nella sua Gavirate, è stata la prima a chiedere scusa a tutti: «non volevo provocare dolore», ha detto, appendendo un tricolore al balcone di casa da dove ha salutato i fotografi insieme al fratello. «Per ora non voglio tornare in Siria - ha spiegato - perchè la situazione laggiù è insostenibile».

Ed è per questo, però, che «bisogna continuare comunque ad aiutarli».

«Greta ha trascorso gran parte della notte a parlare con suo fratello», ha spiegato la mamma Antonella Biasio. «Sta bene - ha aggiunto la mamma - è felice, anche se ancora un poco frastornata. Si sta riprendendo piano piano e oggi abbiamo ricevuto alcune visite di amici e parenti. La sua è stata una brutta esperienza che per fortuna è finita bene».

Anche Vanessa è ovviamente felice di essere tornata a casa: poche parole, con un filo di voce il ringraziamento a «tutti coloro che hanno lavorato per il nostro rilascio e che hanno pregato per noi». Ma la ragazza bergamasca non rinnega nulla e papà Salvatore, che il giorno prima aveva ammesso che la figlia «ha sbagliato», ha corretto il tiro: «Non ci ha chiesto scusa, perchè non c'era nulla per cui chiedere scusa. Ha fatto una cosa pericolosa, ma non sbagliata». Ora ha bisogno di tranquillità. La famiglia cercherà di tenere la figlia lontana dalle polemiche che, comunque, continuano ad infuriare sull'opportunità della missione delle due cooperanti e sul presunto pagamento del riscatto, di fatto smentito dalle autorità italiane.

Le polemiche sul riscatto

«Goditi tua figlia e taci», è intervenuto nello stile che ormai gli è consueto il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini che definisce «una schifezza» il

pagamento del riscatto, se fosse realmente accaduto. Ha ribattuto il deputato del Pd Edoardo Patriarca: «È inaccettabile il tiro al piccione che esponenti di

Forza Italia e della Lega stanno facendo nei confronti della cooperazione internazionale». «La destra sta mettendo Greta e Vanessa sul banco degli accusati,

facendo così un torto alla cooperazione internazionale - ha sottolineato -.

Ricordiamoci che la credibilità dell'Italia nel mondo è assicurata anche da tanti operatori che vanno nei teatri di crisi o nei Paesi sconvolti da catastrofi

umanitarie».

Vanessa è attesa anche al pub accanto alla trattoria del padre che, in questi ultimi due giorni, è diventato il quartier generale dove si sono riuniti gli amici

in attesa di notizie più dettagliate dopo la conferma della liberazione. Qui la difendono a spada tratta: «Ma come, ci si lamenta che noi giovani siamo

menefreghisti - è il pensiero dominante -, che non ce ne frega niente di nessuno e poi si sparano bordate contro due ragazze che volevano solo aiutare gli

altri?».

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