Elezioni in Basilicata, stallo Pd-M5S. Calenda tentato da Bardi, Schlein: «Solo uniti si vince»

A quaranta giorni dal voto e soprattutto a una settimana dal gong della presentazione delle liste nel centrosinistra ancora non c'è accordo su chi dovrà provare a sfilare la poltrona all'ex generale della guardia di finanza

Elezioni Basilicata, stallo Pd-M5S. Calenda tentato da Bardi, Schlein: solo uniti si vince
di Andrea Bulleri
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 06:25

«L'uomo è fortunato», se la ridono sornioni gli uomini più vicini a Vito Bardi. Già, perché il governatore uscente del centrodestra in Basilicata al momento balla da solo. A quaranta giorni dal voto e soprattutto a una settimana dal gong della presentazione delle liste nel centrosinistra ancora non c'è accordo su chi dovrà provare a sfilare la poltrona all'ex generale della guardia di finanza. E questo nonostante tutti, dal fronte Pd-Cinquestelle, rassicurino che l'alleanza alla fine si farà: «Stiamo lavorando per trovare una sintesi». Lavoro lungo e faticoso per almeno due ragioni. La prima: serve un nome che piaccia al Pd locale (che insiste su Angelo Chiorazzo). Ma pure al Movimento, che al re delle coop bianche continua a dire no. E bisogna tener dentro anche Azione, che in terra lucana un suo peso ce l'ha: alle Politiche 2022, in cui correva l'ex governatore Marcello Pittella appena fuoriuscito dal Pd, il partito di Calenda incassò un lusinghiero 12 per cento.

TRATTARE A OLTRANZA

Trattare a oltranza: ecco l'ordine che Elly Schlein ha consegnato ai due sherpa che da settimane portano avanti le danze per conto del Pd, Igor Taruffi e Davide Baruffi. «Uniti si vince», ripete la segretaria dem: «Si può anche perdere aggiunge ma meglio perdere con una coalizione unita che per colpa delle divisioni. Se corriamo divisi, la partita non la giochiamo neanche». L'altro problema, però, è che anche Chiorazzo che non smania dalla voglia di ritirarsi vuole dire la sua su chi eventualmente dovrebbe rimpiazzarlo. E se la matassa lucana non fosse già abbastanza intricata, per il campo largo si profila all'orizzonte una nuova grana. Questa: se non si troverà in fretta un'alternativa a Chiorazzo, Azione potrebbe gettare il cuore oltre l'ostacolo e sostenere Bardi.
Un rovesciamento di prospettiva, se si guardano le regionali in Basilicata dalla lente del voto abruzzese (dove Calenda si è speso per il candidato del campo largo D'Amico).

Ma la mossa sarebbe in linea con la strategia calendiana rivendicata per le amministrative: si va col candidato migliore. E «qualcuno sa chi sia il candidato del centrosinistra?», si domanda il leader di Azione. «Mentre dall'altra parte hanno Bardi, che è un moderato perbene. Non è Marsilio». E quindi, conclude Calenda che questo fine settimana sarà in Basilicata «niente è deciso, tutto da verificare».

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Eppure il lavorìo sarebbe già in corso. Da settimane, a sentire chi è vicino a Bardi. A tessere la tela dell'avvicinamento al centrodestra sono i fratelli Pittella, Gianni e Marcello. Quest'ultimo, in particolare, a causa principalmente del veto su Chiorazzo. Ecco perché, gongola chi fa il tifo per Bardi, il governatore uscente è «un uomo fortunato». Perché non è affatto escluso che Azione, complici anche le preferenze assicurate da Pittella, possa finire per fare l'ago della bilancia. Questione di aritmetica: alle Politiche, il centrodestra aveva toccato quota 36 per cento, il centrosinistra (sommando Pd e M5S) 35. Azione il 12. Ecco spiegato il perché al Nazareno è già scattato l'allarme. Con l'imperativo impartito ai responsabili di Organizzazione ed Enti locali: trovare un nome condiviso. Che possa riportare Calenda sui suoi passi, visto che la trattativa di Azione con Bardi dicono i bene informati «è in fase avanzata, ma non è chiusa».

IL FRULLATORE

Ieri nel frullatore dei nomi del campo largo è comparso quello di Nicola Valluzzi, sindaco della piccola Castelmezzano (franceschiniano). Su cui si sarebbe trovato il placet di dem, 5s e pure di Chiorazzo. «È unanimemente riconosciuto come uno dei migliori amministratori di questa terra», prova a sponsorizzarlo il fondatore della coop Auxilium. Altra ipotesi: Giampaolo D'Andrea, ex Dc, già sottosegretario nei governi Prodi e Monti. Mentre restano sullo sfondo le ipotesi del presidente della provincia di Matera Piero Marrese, del manager Lorenzo Bochicchio, del presidente dell'ordine dei medici Rocco Paternò. Roberto Speranza nel frattempo si chiama fuori a chiare lettere: «Non corro, posso dare una mano». E dal Pd, a sera, si trincerano nel silenzio: «Si continua a trattare». Con la speranza, nel frattempo, di non perdere pezzi.

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