Liti e offese in famiglia: cinque denunce

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Lunedì 15 Settembre 2014, 06:06
IL FENOMENO
Il lavoro di alcuni settori della polizia talvolta è oscuro e apparentemente di scarso rilievo. Ma quando parliamo di tensioni familiari e di liti tra le mura domestiche la delicatezza della situazione è tale che il lavoro investigativo dev'essere particolarmente analitico e all'insegna della sensibilità.
Il tutto viene affidato agli investigatori della Divisione Anticrimine della polizia coordinata dal Primo dirigente Annabella Cristofaro. Nell'ultima settimana il lavoro dell'Anticrimine ha visto portare a cinque denunce di uomini tra i 50 e i 70 anni che hanno offeso, ingiuriato, minacciato e in alcuni casi percosso in modo non grave le loro compagne e mogli.
Un lavoro importante quanto delicato svolto dagli ispettori dell'Anticrimine e che spesso finisce sul tavolo del Giudice di pace che dovrà tentare di risolvere o quantomeno attenuare le tensioni interne alle famiglie.
Ma in alcuni casi le indagini dello staff dell'Anticrimine, supervisionate dalla dottoressa Cristofaro, hanno anche portato alla scoperta di situazioni limite che rischiavano di trasformarsi in un vero e proprio stalking: una persecuzione per quelle mogli che, separate dai mariti o dai compagni, spesso e li ritrovavano minacciosi sotto la casa o al telefonino con continue minacce e sms offensivi.
Situazioni che gli ispettori della Divisione Anticrimine si trovano a fronteggiare anche più volte al giorno nei loro uffici dove, con grande attenzione, vengono analizzate le denunce presentate e soppesate le telefonate di aiuto che arrivano al “113”, il numero di emergenza e pronto intervento della polizia.
E purtroppo, in molte situazioni esaminate dai poliziotti dell'Anticrimine, c'è il coinvolgimento indiretto dei ragazzini o anche dei bambini: figli minorenni delle coppie in rotta di collisione.
Al.Ce.
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